giovedì 17 giugno 2010

Perdere la BEIC sarebbe un danno alla conoscenza


"Caro Direttore, su "Repubblica - Milano" leggo che l'assessore all'urbanistica Masseroli intenderebbe avviare da subito le procedure per destinare ad altro uso l'area assegnata dal Comune alla BEIC. E' doveroso, nei confronti dei cittadini, mettere in chiaro alcuni punti. L'area dello scalo Porta Vittoria è stata assegnata alla futura Biblioteca nel 2003 dalla giunta Albertini e formalmente confermata alla BEIC dal consiglio comunale di Milano nel 2007 per iniziativa del sindaco Moratti, che nella sua campagna elettorale per il Comune ha posto la BEIC tra gli obiettivi della sua amministrazione. I ministri Stanca, Buttiglione e Lunardi, insieme al sindaco Albertini e con il presidente della Regione Formigoni, avevano firmato il 6 aprile 2006 un protocollo d'intesa per sollecitare il finanziamento pubblico della nuova Biblioteca. Il Governo - con ripetute dichiarazioni pubbliche dei ministri Sandro Bondi (Beni culturali) e Altero Matteoli (Infrastrutture) - ha espresso nel 2009 il proposito di finanziare la BEIC attingendo al capitolo delle Grandi opere (la BEIC costa meno di un ventesimo del Ponte di Messina), in quanto infrastruttura di interesse nazionale. E' recente la notizia che New York stanzierà in un decennio un miliardo di dollari per l'ammodernamento della sua già splendida City Library; e che la città di Birmingham ha stanziato duecento milioni di sterline per il rifacimento della propria Biblioteca civica.
La delibera del Comune del 2007 fissava il termine di tre anni per la eventuale revoca della concessione, con decorrenza dalla firma della convenzione con la Fondazione BEIC. Ma la convenzione non è ancora stata firmata, in quanto una parte dell'area destinata alla BEIC è stata nel frattempo occupata dal cantiere dei privati che stanno costruendo sull'area confinante, i cui lavori si sono interrotti per ben tre anni per le note vicende giudiziarie della proprietà. Dunque i tre anni stabiliti dal Comune non sono ancora decorsi. Dopo quattro anni di intenso lavoro, il Progetto esecutivo, che segue a quello preliminare e a quello definitivo, è ormai completato. La Biblioteca potrà dunque essere costruita, inaugurata ed aperta al pubblico in tempo per l'Expo 2015.
Se davvero il Comune disponesse la revoca della concessione, la sorte della Biblioteca europea sarebbe segnata. Resterebbero, certo, il Fondo Pontiggia e il Fondo fotografico Paolo Monti ormai acquisiti dalla Fondazione BEIC, resterebbe il materiale raccolto per la grande biblioteca digitale BEIC che sarà comunque aperta e in rete entro il 2010. Ma la grande Biblioteca del XXI secolo della quale l'Italia è priva non nascerebbe più. I finanziamenti di diversi milioni di euro stanziati dal Parlamento nel 2005 per il progetto architettonico - e puntualmente utilizzati dalla Fondazione BEIC a questo scopo - risulterebbero gettati al vento. Ciò sarebbe inaccettabile in ogni caso, ma lo è ancor di più in una fase come l'attuale, in cui è doveroso non sprecare alcuna risorsa pubblica.
Rinunciando alla Biblioteca europea, l'Italia (non solo Milano e non solo la Lombardia) perderebbe un'occasione storica per collocarsi degnamente in Europa in un comparto essenziale per le infrastrutture della conoscenza e per la ricerca interdisciplinare di oggi e domani." (da Antonio Padoa Schioppa, Perdere la BEIC sarebbe un danno alla conoscenza, "La Repubblica - Milano", 17/06/'10)

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