giovedì 27 marzo 2008

"Il Libano perde Persepolis"


Persepolis di Marjane Satrapi
"Rideva il profeta? Sì, assicurano le fonti: 'così di cuore che gli si vedevano i denti del giudizio'. In tempi più recenti non si può dire però che l'umore e l'ironia, per non parlare della satira, siano un marchio del mondo islamico. Tiranni e censori si allarmano facilmente. Perfino di fronte a un piccolo film a fumetti comico e amaro come Persepolis, con i suoi disegni assurdi e realistici, e le sue ragazzine dal viso tondo incorniciato dall'antipatico fazzoletto nero. Il film non sarà proiettato in Libano, hanno annunciato ieri le autorità di Beirut. Il Libano era sempre stato considerato un'oasi di liberalità dagli intelletuali arabi (al Cairo si scrive, a Beirut si pubblica, dicevano) ma a quanto pare ormai gli hezbollah sono diventati più Ahmadinejad-dipendenti degli stessi iraniani: sugli schermi di Teheran infatti Persepolis è stato proiettato (con diversi tagli e solo per pochi giorni), nonostante il presidente lo avesse definito 'islamofobo' e 'antiiraniano'. Il film come si sa è la storia della rivoluzione iraniana vista da una bambina di nove anni, figlia di genitori ricchi e liberali, oppositori dello scià e rivoluzionari a tempo pieno, che all'inizio avevano accettato Khomeini perché l'obiettivo politico di tutti gli iraniani era allora liberarsi dall'influenza straniera, insopportabile per un paese che era stato un grande impero per tremila anni." (da Vanna Vannuccini, Il Libano perde Persepolis, "La Repubblica", 27/03/'08)

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