mercoledì 19 marzo 2008

E Hitler rinnegò Klimt: "Troppe ebree nei ritratti"


"Nel 1907 due diciottenni presentarono domanda di ammissione all'Accademia di Vienna: uno si chiamava Egon Schiele e venne accettato; l'altro respinto. Il suo nome era Adolf Hitler. Ritentò anche l'anno successivo, ma venne nuovamnete bocciato e allora quel ragazzo poverissimo, frustrato, pieno di risentimento verso la socità che lo escludeva dalla vita artistica che sognava, passò alla politica senza però mai rinunciare all'hobby della pittura. Essere artista, musicista o scrittore nella Vienna del tempo equivaleva a godere dello stesso prestigio sociale di un medico o un avvocato. Nei caffè si riunivano Arthur Schnitzler, Hugo von Hofmannsthal, Karl Kraus, Lev Trotzkij, Gustav Mahler, Sigmund Freud o Theodor Herzl, il teorizzatore dello Stato ebraico. Molti di loro erano ebrei, i sudditi più fedeli dell'impero e del suo regno multiculturale dove si sentivano a proprio agio nel crogiolo di nazionalità slave, tedesche, austriache, magiare, ceche, slovacche. E nonostante alle municipali del 1895 l'antisemita militante Karl Lueger avesse vinto le elezioni (per ben due volte dopo che l'imperatore si era rifiutato di ratificare il voto), tutti continuavano a vivere con spensieratezza in un clima che Herman Broch chiamava di 'gioiosa apocalisse'. Il ritrattista più conteso da questa alta borghesia viennese era Gustav Klimt e a lui toccò in sorte di ritrarre l'aristocrazia finanziaria ebraica che a sua volta lo sostenne fin dal grande scandalo suscitato dai dipinti per l'atrio dell'Università: accusato di 'pornografia' ed 'esasperata perversione', Klimt fu difeso solo da Emil Zuckerkandl, preside ebreo della facoltà di Medicina. Così come fu l'industriale ebreo Karl Wittgenstein, padre del filosofo, a finanziare il movimento della Secessione presieduto da Klimt il quale ricambierà, nel 1905, con uno splendido ritratto della figlia Margaret, amica dell'ebreo Freud, in abito nuziale. E che dire dei Lederer? Nel 1899 Klimt aveva ricevuto un onorario di 35 mila corone per il ritratto di Serena Lederer, moglie di August, che diverrà il suo maggior cliente. Il magnifico ritratto con sfondo cinesizzante del 1914 della baronessa Bachofen-Echt, non è che l'effige della figlia di August e Serena Lederer, così come quello di Maria Munk sul letto di morte altri non è che quello della giovane nipote suicida di Serena Lederer. Il capolavoro di Klimt, poi, il ritratto dorato di Adele Bloch-Bauer, immortala una delle più ricche e affascinanti donne ebraiche di Vienna, la moglie dell'industriale Ferdinand. Furono così tante le donne ebree ritratte da Klimt che quando Hitler, pare alla fine degli anni Trenta, dopo l'annessione dell'Austria, volle organizzare una mostra dedicata a Klimt, in gioventù idolo suo e di Schiele, la annullò stizzito perché ogni volta che domandava chi fosse questa donna, chi quest'altra, gli venivano riferiti nomi ebraici. Il problema fu risolto qualche anno dopo da Baldur von Schirach, il responsabile della città di Vienna nominato da Hitler, ex capo della gioventù hitleriana e responsabile della deportazione di circa 185 mila ebrei. Il 7 febbraio 1943 si inaugurò uno mostra di 66 dipinti e 34 disegni di Klimt nella Sala delle esposizioni nella Friedrichstrasse omettendo in catalogo i nomi dei personaggi ebraici ritratti. Con la resa dei tedeschi a Stalingrado e la Germania coinvolta nella guerra totale, un mese dopo, i dipinti - compresi i dieci sequestrati alla famiglia Lederer - furono trasferiti nel castelllo di Immendorf, vicino al confine ceco. Nel maggio 1945, prima di lasciare il castello in mano ai russi, i tedeschi lo riempirono di esplosivo. Il rogo durò dall'8 all'11 maggio. Ma i ritratti di Serena Lederer, della madre e della figlia si salvarono: poiché erano ebree, le loro effigi non erano state ritenute degne di essere portate in salvo a Immendorf." (da Francesca Bonazzoli, "Troppe ebree nei ritratti". E Hitler rinnegò Klimt, "Corriere della Sera", 15/03/'08)
Klimt nel catalogo Giunti
Venerdì 4 aprile alle ore 21.15 presso la Biblioteca di Garlasco - Sala Polivalente via Ss. Trinità 6: "Gustav Klimt", incontro con Piero Raffa.

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