lunedì 17 marzo 2008

Heike riprende a respirare di Helga Schneider


"Che scriva per un pubblico adulto oppure per i ragazzi, Helga Schneider rimane fedele al suo tema fondamentale: l'esperienza dell'infanzia in una Germania travolta dal nazismo e dalla guerra. Quest'ultimo romanzo si svolge nella Berlino occupata dalle truppe sovietiche e americane, dove i bambini giocano tra le macerie tentando a fatica di strappare alla dura quotidianità quelle suggestioni fiabesche cui la loro età sembra non poter rinunciare neppure nelle condizioni più avverse. Così la piccola Heike, la protagonista del libro, cerca conforto in un grande melo che cresce nel giardino della sua casa: lo abbraccia, ne accarezza la ruvida corteccia e, soprattutto, gli parla, ricevendone, come in ogni fiaba che si rispetti, sagge risposte in grado di aiutarla ad affrontare la vita. Ma è l'unico spiraglio concesso alla sua fantasia; per il resto, la bambina si trova a combattere con una realtà che il trauma della guerra ha reso incerta e desolata. Della casa di un tempo, distrutta dalle bombe, non rimane altro che una buia cantina dove Heike si è ridotta ad abitare con la madre, il cui equilibrio psichico è stato irrimediabilmente sconvolto da uno stupro subito da parte di alcuni soldati russi; e nemmeno il sospirato ritorno del padre disperso in guerra riuscirà a riportare alla normalità la situazione della famiglia. Sembra che le anime stesse dei personaggi vengano inesorabilmente risucchiate dalle profonde voragini aperte dalle bombe nelle strade di Berlino, e che anch'esse, come quegli edifici sventrati di cui rimangono solo frammenti di muro o cieche finestre affacciate sul nulla, non possano sperare di risorgere senza una difficile opera di ricostruzione. A questo suo libro sconsolato la Schneider darà un finale lieto, rispettando le consuetudini della narrativa per l'infanzia; ma ciò che rimane nella memoria del lettore, a dispetto di tutto, è l'affannoso dibattersi della bambina in un'esistenza che non sembra più offrire alcuno sbocco, come se le devastazioni materiali e morali della guerra avessero cancellato completamente l'orizzonte del futuro." (da Paola Capriolo, Buio a Berlino, la vita oltre la cantina, "Corriere della sera", 15/03/'08)

1 commento:

Anonimo ha detto...

Il libro mi è piaciuto tantissimo perchè sottolinea la vita contrapposta alla morte.