sabato 10 gennaio 2009

Verso mezzanotte di David Malouf


"Avrebbe potuto benissimo chiamarsi Passaggi questa bella raccolta - che nell'originale inglese anziché intitolarsi Verso mezzanotte, come il quarto racconto della serie, suona in modo diverso, e cita una canzone di Sting, Every Move You Make. Dico 'passaggi' perché c'è, al centro di ciascuna delle sette storie che compongono il volume, uno snodo a volte quasi impercettibile, una piccola rivelazione, un cambiamento subitaneo, un passaggio della vita che cambia i dati della vicenda e lascia i protagonisti un po' più consapevoli, trasformati, diversi. Che sia un colpo di fucile (La valle delle lagune), la crisi apparentemente immotivata di una ragazza durante una allegra cena familiare (Cantata domestica), la morte di un tipo che anche a noi lettori sembra subito simpaticissimo (Every Move You Make), un nuotatore solitario che invade 'verso mezzanotte' la piscina della casa nel senese di una donna che vive lì sola, impegnata a combattere una grave malattia, e la fa sentire meno abbandonata, o il ritorno a casa e la difficoltà di reinserimento di un ragazzo che ha combattuto in Vietnam (Figlio della guerra). Diversi, nel senso di inusuali, sono anche i paesaggi che David Malouf - scrittore di lingua inglese e di origini anglo-libanesi, narratore, poeta e autore di libretti d'opera, molto premiato e ancora non abbastanza popolare - racconta con un grande senso dello spazio e delle atmosfere, e che sono soprattutto l'Australia, sua patria d'adozione, dal deserto di Ayers Rock alle piccole città soffocanti dell'Outback, alla eccitazione di Sidney, ma anche frammenti di Toscana, vista con l'occhio già nostalgico del visitatore. Più che i fatti, è soprattutto il modo sbieco e sempre lieve con cui Malouf costruisce i suoi racconti a sedurre il lettore, una lingua quasi poetica. Malouf racconta storie ed eventi minimali, qualche volta sconvolti dall'imprevisto, e li ricostruisce con un profondo senso della psicologia, con un'acuta capacità di osservazione, con il talento di tacere quando è necessario. Il racconto forse più bello è quello che chiude la raccolta, Cantata domestica: il quadro complesso e sfumato di una felicità/infelicità domestica, di due modi diversi di vivere e sentire la vita di famiglia, di come ci si può trovare in un momento di profonda affinità, raccontato attraverso una agitata e molto casuale cena tra amici, figli e parenti, durante la quale le dinamiche degli affetti e dei disagi affiorano secondo un copione fatto di delicatezza e di empatia. [...]" (da Irene Bignardi, I lampi che cambiano una vita, "Almanacco dei libri", "La Repubblica", 10/01/'09)

Nessun commento: