giovedì 8 gennaio 2009

La cultura degli europei di Donald Sassoon


"Probabilmente non arriverà nelle mani di molti lettori. E sarà un peccato. Ma si capisce: è uno studio serio, complesso e sostanzioso (1600 pagine!), per quanto di grandissima leggibilità. Si tratta di quel classico libro che dà lustro a un editore - che probabilmente lo pubblica sapendo di non guadagnarci, se non proprio di perderci - ma che ne rafforza e, in qualche modo, caratterizza il catalogo per lungo tempo. Stiamo parlando di un saggio che già nel presentare l'edizione inglese avevamo definito 'fondamentale': La cultura degli Europei di Donald Sassoon. Non possiamo che ribadire. Intanto per l'incredibile mole di dati, aneddoti e analisi che il professore propone; ma non meno per l'affabilità con la quale spiega numeri e ragionamenti. Ciò che più colpisce è che il volume smentisce tutta una serie di luoghi comuni nei quali ci si imbatte ogni qualvolta si sente parlare di industria culturale. Scrittori, editori, musicisti, operatori tetrali, produttori cinematografici: l'intero spettro culturale, intrecciato con una sempre vigile analisi economica del momento e della localizzazione geografica, è radiografato da Sassoon con pazienza e rigore. E se ritornano spesso fenomeni che noi crediamo tipici dei tempi nostri (per esempio, in campo editoriale, la caccia al bestseller), si ha la netta sensazione che, finora, e soprattutto grazie alla spinta del Vecchio Continente, la cultura non ha fatto altro che rafforzare e aumentare di ruolo e valore, aprendosi sempre più a strati di popolazione ai quali era in precedenza preclusa. E per farlo i più intelligenti produttori di cultura hanno quasi sempre insistito tentando di 'allargare il mercato'; cioè andando incontro ai gusti di massa, tutelando comunque, allo stesso tempo, le élite intellettuali: un legame - ovviamente - contestato con ribrezzo dai più colti. [...]" (da S. Sa., Il Continente che sa leggere, "Il Sole 24 Ore Domenica", 04/01/'09)

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