sabato 3 gennaio 2009

Renzo Piano sta leggendo: "Calvino, il mare, la fuga"


"Amo i libri che sanno dirmi quello che ho già dentro. E' il motivo per cui, ogni dieci anni, rileggo Il barone rampante di Italo Calvino, romanzo di opposizione e fuga dove mi riconosco in pieno. Cò che fa l'adolescente Cosimo, il quale dopo una lite col padre sale su un albero e non scende mai più, è un po' il sogno di tutti i liguri, legati all'idea del mare come sinonimo di fuga: lo stesso mare contemplato da Calvino, cresciuto in riviera, nel parco in cui il padre botanico teneva le sue serre; e sempre sul mare, s'affacciava il mondo boschivo della tenuta di Ombrosa dove Cosimo, aggirandosi sugli alberi, volle consumare il suo destino. La ribellione degli adolescenti è una maniera biologica per trovare se stessi: io, da giovane, scelsi architettura solo per andarmene di casa. Mio padre voleva che facessi ingegneria, il che per me significava restare a Genova. In Cosimo la rivolta si conferma progressivamente, definendosi come graduale presa di coscienza. Tutto inizia da un atto di testardaggine ottuso, un capriccio; ma questa resistenza, piano piano, si struttura e identifica i suoi perché. Diventa una ragione di vita." (da Leonetta Bentivoglio, Calvino, il mare, la fuga, "Almanacco dei libri", "La Repubblica", 03/01/'08)

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