venerdì 23 gennaio 2009

Almanacco del bibliofilo


"Si può recensire oggi, quasi fosse fresco di stampa, un libro vecchio di ottanta, novant'anni, o anche uscito da un mucchio di secoli? Si può farlo: a patto che ci assistano la voglia e l'estro di scherzarci su. Ne verrà fuori, appunto, un'esibizione divertente: dote che va riconosciuta all'esperimento con il quale si misura l'Almanacco del bibliofilo che le Edizioni Rovello stanno per pubblicare: dal Cantico dei cantici alle Avventure di Pinocchio, dall'Elogio della follia di Erasmo a una serie di autori e titoli meno proverbiali, i collaboratori del volume hanno sottoosto al lettore diciotto testi-sfottò. Esemplare in questo senso, è la recensione di Umberto Eco all'Ulisse di James Joyce. Lo scrittore la leggerà oggi, alle 18, nella sala Weil della Biblioteca Trivulziana al Castello Sforzesco, dove il libro sarà presentato al pubblico milanese. Ci mancava anche Ulisse s'intitola questa pièce - come altro chiamarla? - di Eco. Il tono è di chi esplora una novità, e lo fa con scrupolo professionale, aria pensosa e frequenti accessi di sdegno. L'autore immagina di misurarsi, fra gli Anni Venti e Trenta, con qualcosa che a fatica può sembrargli un libro, ma che, di pagina in pagina, gli dà l'impressione di oscillare tra la follia e il sabotaggio, lo sberleffo e la cattiva azione, la sfida e il delirio. A insaporire la mascherata emerge l'impegno quasi maniacale con il quale Eco si è dato a studiare - riuscendo a riprodurlo 'dal vero' - il linguaggio medio della critica in tempi di esaltazione nazionale, con connessa esterofobia. Naturalmente, non uno dei giudizi espressi su Joyce in questo sfogo simil-critico gli appartiene: si tratta di un collage di rilievi ed invettive ricopiati da riviste e 'terze pagine' d'epoca. Brani di prosa, che risalgono a scrittori anche rinomati - Piovene e Malaparte, Vittorini e Brancati, Marinetti e Carlo Linati, per citarne qualcuno - componendo, nella rivisitazione che egli ne fa, un insieme che sarebbe disgustoso se non fosse così deliberatamente ilare. [...]" (da Nello Ajello, Eco, scherzo d'autore dedicato a James Joyce, "La Repubblica", 23/01/'09)

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