venerdì 9 gennaio 2009

Franzen: "La crisi colpirà noi scrittori"


"Il mondo dell'editoria statunitense sta affrontando la più grande crisi degli ultimi quarant'anni, e cerca di studiare le contromisure per reagire ad un drastico calo di vendite, e, soprattutto, alla tendenza crescente da parte dei lettori a prediligere altre forme di comunicazione culturale e di intrattenimento. La Nielsen Bookscan ha annunciato un calo di vendite del 7% nel mese di ottobre rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente, ma altri istituti offrono cifre ben più drammatiche. La crisi ha scosso duramente alcune delle più prestigiose case editrici americane, quali la HarperCollins, Houghton Mifflin, Random House e Simon & Schuster, e gli ultimi mesi hanno visto un crescendo di licenziamenti, congelamento di salari e riduzione dei libri pubblicati. Il mondo dei 'glitterati', formato da scrittori che non disdegnano le feste alla moda, potentissimi agenti e scout alla ricerca di libri di successo, sta conoscendo per la prima volta da molti anni l'austerità: drastica la riduzione dei cocktail per autori ed editori, severissimi i controlli sulle note spese, vietati i ristoranti e gli alberghi di lusso e ridotte al minimo le celebrazioni interne delle singole case editrici. C'è chi ipotizza di annullare la pubblicazione dei libri in bozza per i critici, mentre hanno già subito tagli imponenti anche le partecipazioni alle fiere del libro e le convention aziendali: Random House ha cancellato l'incontro annuale dei dipendenti alle Bermuda optando per una ben più economica videoconferenza. Analoga la decisione della MacMillan che ha ridotto da tre a una le convention, e delle altre maggiori case editrici. 'Vista la situazione si tratta di scelte obbligate' commenta Jonathan Franzen nel suo studio della Nord California, dove si è ritirato a completare il nuovo romanzo. 'Ma è necessario distinguere le scelte di austerità da quelle che avranno un effetto sulla proposta culturale. Le riduzioni dei cocktail o l'annullamento di feste di fine d'anno cambieranno ben poco la qualità dei libri che vengono scritti. Altro è quello che può succedere riguardo alla scelta di non pubblicare libri difficili'. [...] Da un punto di vista culturale, quali sono i rischi maggiori di questa crisi? 'Devo ammettere che mi trovo in una situazione privilegiata, ed opero all'interno di una nicchia molto particolare, che paradossalmente finirà per essere più tutelata. Non credo infatti che diminuirà sensibilmente la fascia dei lettori che considerano la letteratura un'esperienza di maturazione e confronto. Esiste una tipologia di lettori che, fortunatamente, ritengono inconcepibile non leggere, o non acquistare libri di un certo tipo. Per quanto riguarda le strategie editoriali delle grandi case editrici, temo che verranno effettuate scelte ancora più conservatrici, e ci sarà meno spazio per chi sperimenta ed innova. Negli Stati Uniti dagli anni Settanta ad oggi c'è stata poca sperimentazione sul piano del linguaggio, ed è difficile pensare che in una situazione di compressione del mercato gli scrittori siano incoraggiati in tale direzione. Mi aspetto un periodo in cui a livello editoriale domineranno personaggi la cui prima attenzione è rivolta a difendere la propria poltrona. In periodi come questi la logica del profitto porta inevitabilmente a limitare i rischi: c'è da temere anche un'ulteriore riduzione di pubblicazioni di libri stranieri. Tutto ciò è estremamente triste ed è da ricordare che stiamo parlando di un paese che non si è mai distinto nella conoscenza della cultura altrui, come ha fatto notare giustamente l'Accademia del Nobel'. [...]" (da Antonio Monda, Franzen: "La crisi colpirà noi scrittori", "La Repubblica", 09/01/'09)

Franzen nel catalogo Einaudi

Nessun commento: