mercoledì 7 gennaio 2009

La regina dei castelli di carta di Stieg Larsson


"Nel terzo volume della trilogia Millennium che esce finalmente in Italia venerdì prossimo, Stieg Larsson non deluderà i fan. Ne La regina dei castelli di carta (Marsilio) ci sono ancora i protagonisti Mikael Blomkvist e l'adorata Lisbeth Salander, che neanche una pallottola nel cervello è riuscita a sopraffare, e poi la consueta corte di personaggi secondari — che Larsson considerava fondamentali —, alcuni nuovi, altri già presenti nei primi due volumi: il disumano Zalachenko, l'amico fraterno realmente esistito Kurdo Baksi e il pugile Paulo Roberto, la sorella di Mikael Annika Giannini che accetta la difesa legale di Lisbeth, oltre all'eterna amante Erika Berger. Erika lascia tra scrupoli e rimpianti la piccola e battagliera rivista "Millennium" per l'imperdibile posto da redattore capo nel ben più importante, ingessato e conservatore "Smp", e tre giorni dopo l'insediamento il collega Hakan Morander, che avrebbe dovuto cederle il posto due mesi più tardi, ha un attacco di cuore in redazione. 'Videro Hakan alzarsi dalla scrivania e avvicinarsi alla porta — scrive Larsson a pagina 255 —. Aveva un'espressione stupita. Poi si piegò bruscamente in avanti afferrando lo schienale di una sedia per qualche secondo prima di cadere sul pavimento. Era morto prima ancora che l'ambulanza avesse fatto in tempo ad arrivare. (...) Che la gente muoia sul posto di lavoro è insolito, anzi raro. Si dovrebbe avere la cortesia di mettersi in disparte, per morire. Di andare in pensione o in malattia e un bel giorno diventare oggetto di conversazione in mensa. A proposito, hai sentito che il buon vecchio Karlsson è morto venerdì scorso? Sì, il cuore. Il sindacato manderà dei fiori per i funerali'. Nella continua serie di rimandi e contaminazioni tra vita reale e romanzo che costituisce la saga di Millennium, questo è forse il più toccante: quasi avesse una premonizione, Larsson sembra descrivere — e sbeffeggiare — la propria imminente morte in redazione, avvenuta poche settimane dopo la consegna del manoscritto di questo stesso volume. Per uno che ha scritto quanto è spiacevole morire sul posto di lavoro, e che avrebbe preferito una fine in sordina, magari nella casetta sul mare dove progettava di ritirarsi con i guadagni di Millennium, Larsson è stato davvero preso a bersaglio dal destino. Il 9 novembre 2004 l'ascensore del palazzo di Stoccolma dove aveva sede la sua rivista, "Expo", era guasto. Il cinquantenne Stieg fece di corsa i sette piani di scale per arrivare in redazione, e appena entrato fu stroncato dalle sigarette, il superlavoro, la fatica. Infarto, nel centro del locale, sotto gli occhi dei suoi giornalisti. Anche lì l'ambulanza non ha fatto neppure in tempo ad arrivare, e tanto meno Larsson è riuscito a dare un ultimo abbraccio a Eva Gabrielsson, la sua compagna di oltre trent'anni, la donna alla quale era solito rivolgere un «Non indovinerai mai che cosa ha appena fatto Lisbeth Salander», seduto accanto a lei sul divano bianco dell'appartamento di Stoccolma, mentre Stieg scriveva la serie. Non solo Larsson è morto in redazione, ma la sua fine continua a essere avvolta dal clamore, perché fa da sfondo a uno dei casi editoriali più straordinari degli ultimi anni. Finora i libri di Millennium hanno venduto oltre otto milioni di copie nel mondo, soprattutto in Svezia, Francia (il primo Paese straniero a cadere in preda alla Millennium-mania), Germania, Italia (il primo volume Uomini che odiano le donne da noi ha superato le 500 mila copie). In questi mesi la saga sta approdando nel mondo anglosassone, e i primi dati di vendita e le recensioni sembrano indicare che il successo di Mikael Blomkvist e Lisbeth Salander potrebbe venire ingigantito nel Regno Unito e in America. Larsson era certo che Millennium gli avrebbe assicurato la sicurezza economica della quale non aveva mai goduto in precedenza, chiamava la saga 'il mio fondo pensione'. Non ha fatto in tempo a intascare un centesimo dei circa dieci milioni di euro che gli sarebbero finora spettati, e se questo dà un tocco di straziante romanticismo alla lettura della sua opera, ha prodotto pure una feroce battaglia patrimoniale tra Erland e Joakim Larsson, padre e fratello di Stieg, parenti emotivamente lontani ma unici eredi legali, e la compagna Eva, che in base alla legge svedese non ha alcun diritto se non sugli effetti personali di Larsson: i mobili di casa, il divano bianco, il giubbotto di pelle, e il famigerato pc portatile con la bozza di un nuovo, inestimabile volume della serie Millennium. Uscirà mai il quarto volume? Mentre i 25 Paesi nei quali è stata tradotta ancora cercano di mettersi in pari con la trilogia, i francesi — che grazie alla casa editrice Actes Sud hanno scoperto per primi il fenomeno scandinavo — si sono dedicati alla questione con grande impegno. Il giallista Guillaume Lebeau ha vissuto tre mesi a Stoccolma per calarsi nell'atmosfera di Millennium, incontrare Eva Gabrielsson, amici e conoscenti di Larsson, e scrivere Le Mystère du Quatrième Manuscrit: enquête au coeur de la série Millénium (Les Éditions Du Toucan). I parenti di Larsson ed Eva continuano le loro trattative (in un primo momento Erland e Joakim erano contrari a fare uscire un nuovo volume), e Lebeau cerca di rischiarare almeno in parte 'il mistero del quarto manoscritto': ne esisterebbe una copia digitale nel computer in mano a Eva, ma i parenti di Larsson giurano di averne visto una versione stampata sulla sua scrivania, nei giorni immediatamente successivi alla morte. I giornalisti di "Expo", la rivista di Stieg, sono dalla parte di Eva e confermano tutte le sue dichiarazioni, anche quelle più avvolte dai dubbi: le pagine già pronte sono circa 200, dice Eva, ma potrebbero essere invece il doppio. Solo che Eva ha capito che stando così le cose il ricavato delle vendite di un nuovo volume arricchirebbe solo Erland e Joakim, e quindi adesso frena sulla pubblicazione. L'ipotetico libro, comunque, nella cronologia della storia non sarebbe il quarto volume ma il quinto: Larsson aveva progettato dieci episodi, ed era passato a scrivere direttamente il quinto, saltando il quarto, perché aveva più materiale pronto sulle reti neonaziste europee. Infine, nel "quarto manoscritto", farebbe la sua comparsa la sorella gemella di Lisbeth Salander, sulla cui esistenza Larsson fa un accenno all'inizio della saga. Dopo le visite guidate sui luoghi larssoniani organizzate quest'estate dal comune di Stoccolma, la Millenium-mania si nutre di nuovi elementi. Una riduzione cinematografica uscirà in Svezia a marzo, e nell'ottobre scorso 120 cittadini svedesi — lettori e non — hanno assistito in gran segreto e tra enormi misure di sicurezza all'anteprima nel cinema Filmhuset della capitale, affinché la società produttrice (recentemente acquisita dall'italiana De Agostini) potesse valutare in anticipo l'effetto del film sul pubblico. Una giornalista del Figaro si è infiltrata nel test, e ha parlato di 'atmosfera bergmaniana', e al contempo di 'film più violento dei libri'. Qui accanto, il "Corriere della Sera" pubblica parte del carteggio via posta elettronica tra Stieg Larsson e l'editor della casa editrice Nortsteds, che precede di sei mesi la consegna del manoscritto e la morte dello scrittore. Larsson vi espone la sua poetica: niente stereotipi polizieschi, eroi sottoposti alla legge (compresi Mikael e Lisbeth), e inversione dei ruoli sessuali; Mikael fa spesso la parte della 'bambolona', mentre Lisbeth si comporta da maschio. Larsson non ha l'ambizione di fare letteratura alta, come gli Abba non presero Arnold Schoenberg a modello: eppure la formula svedese di 'qualità popolare' sembra vivere oggi il suo momento d'oro." (da Stefano Montefiori, Stieg Larsson, ultima beffa. Morì come un suo personaggio, "Corriere della Sera", 06/01/'09)

Nessun commento: