venerdì 4 gennaio 2008

Wangari Maathai: "La tragedia del mio Kenya sull'orlo della guerra civile"

"E' un momento molto triste per il Kenya, specialmente per chi vive nelle zone colpite dalla violenza. Ci sono già stati delitti e distruzioni: è ora che i leader di questo paese trovino una soluzione per riportare la pace.

[...] Da questo possiamo imparare una prima lezione: bisogna intervenire in anticipo, alla radice dei problemi. In questo caso, tutto è nato dalle promesse legate al Memorandum of Understanding, concordato subito ignorato dopo le elezioni. Questo accordo è stato ignorato, il movimento politico che oggi è diventato Orange Democratic Movement è rimasto deluso nelle sue aspettative legittime. E questa è la seconda lezione: noi politici dobbiamo mantenere la parola data. Se non siamo convinti di un accordo, dobbiamo respingerlo dall'inizio, non fare promesse che non vogliamo mantenere. Dobbiamo essere responsabili e degni di fiducia. So che questo spesso non succede, e non parlo solo dell'Africa. Per me la fiducia e il senso di responsabilità sono valori universali: quando non vengono tutelati in maniera adeguata, nascono crisi come questa che attraversa il Kenya. [...] L'unica soluzione possibile a questa crisi passa attraverso un loro accordo, con l'aiuto dei negoziatori internazionali. E' indispensabile un intervento esterno, perché l'opposizione non si fida dell'attuale presidenza. [...] Infine c'è un'altra lezione che si può imparare. La democrazia è un processo complicato e richiede leader all'altezza. Politici che mettano da parte le ambizioni personali, per seguire l'interesse comune. Ora è importante che facciano in fretta, per fermare l'assassinio di innocenti. Lo ribadisco: tocca ai due leader fermare le violenze dei loro sostenitori, perché hanno la responsabilità morale di proteggere la vita di tutti i kenyani." (da Wangari Maathai, La tragedia del mio Kenya sull'orlo della guerra civile, "La Repubblica", 04/01/'08)
Wangari Maathai
Solo il vento mi piegherà (Unbowed. A Memoir) (Sperling & Kupfer, 2007)

Nessun commento: