lunedì 28 gennaio 2008

"Vietato non toccare: bambini a contatto con Bruno Munari"

"'Un Peter Pan di statura leonardesca'. Così il critico Pierre Restany definì Bruno Munari. Tutto vero: Munari leggeva e ridisegnava il mondo con l'idea che l'unico modo corretto di osservarlo fosse abbandonare ogni certezza adulta. Per l'adorata infanzia il geniale artista e pedagogo milanese spese molta parte del proprio lavoro, soprattutto negli ultimi anni, durante i quali elaborò strumenti e attività di quello che è a tutti gli effetti un modello didattico.

Poetica della semplicità, libera interpretazione, educazione dei sensi, invenzione. I piccoli 'nipoti' di Munari nel 2008, pur di poter imparare così, si mettono in coda. Lunedì il Muba (Museo del bambino), la fondazione dedicata all'allestimento di mostre itineranti dedicate ai bambini, porterà alla Triennale "Vietato non toccare: bambini a contatto con Munari", un percorso per giovanissimi, dai due ai sei anni, ispirato da una delle idee più innovative dell'artista. I famosi prelibri, pubblicati per Danese nel 1980 e oggi riproposti dalle edizioni Corraini. Dodici libretti da dieci centimetri quadrati 'adatti a piccole mani', forme e materiali diversi, nemmeno una parola, per avvicinare i piccoli all'oggetto-libro prima della scoperta dell'alfabeto. Soprattutto prima che le noiose pubblicazioni scolastiche possano annoiare i giovani lettori allontanandoli da quello che Munari considerava il più potente mezzo di trasmissione culturale. Massimi cinquanta centimetri di altezza lungo tutto il percorso, tutor a seguire i piccoli ma senza disturbarli, l'allestimento del Muba parte da dieci scatole con sorpresa. Dentro, sassi che somigliano a isole, pietre da riordinare, oppure nasi, occhi, bocche da ricomporre a piacere in visi di fantasia. Ancora sorprese: ci si intrufola in tane senza luce e per scoprire in ognuna la sensazione di un materia diversa. Quella dura del capitonné, morbida e costosa del cashmere, fredda della pelle, esilarante della plastica da imballaggio con le palline. Usciti, su lavagne e tavoli retroilluminati i bambini possono sovrapporre a piacere i lucidi più diversi. Cieli, mari, animali, cani uno sopra l'altro. E infine, nell'ultima sezione, ecco i prelibri che sbocciano da un enorme prato verde, come fiori. Ci si può fermare a sfogliarli oppure servirsi degli strumenti a disposizione - fogli, bucatrici, plastiche e veline - e costruirne di propri. Per chi volesse continuare a produrne, è a disposizione al termine della visita un volume gratuito stampato per l'occasione che spiega come. Non solo Triennale. Il fenomeno della scuola alla Munari ha dato vita anche a un laboratorio permanente che replica quello originale del 1977 presentato a Brera. Il Munlab è una sorta di atelier per infanti in cui si incoraggia la libertà creativa secondo i canoni delle 'regole regolabili' e della 'fantasia esatta'. Si maneggia di tutto. Sabbie, tessuti, carta, plastica, legno. E ancora: la mostra su Munari alla Rotonda della Besana (fino al 10 febbraio). " (da Simone Mosca, Nonno Bruno è in cielo ma gioca ancora con noi, "La Repubblica", 26/01/'08)
Munlab.it

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