martedì 22 gennaio 2008

L'ingegnere in blu di Alberto Arbasino

"Forte di una lunga frequentazione personale e testuale, Alberto Arbasino ha riordinato e rielaborato il molto che ha scritto su Carlo Emilio Gadda, a partire dagli anni '60. Tra i 'nipotini dell'Ingegnere', formula da lui stesso coniata, può vantare un diritto di primogenitura, poi messo in pratica: per sua stessa dichiarazione, Gadda è il modello cui guardava durante la stesura di uno dei suoi libri memorabili, L'anonimo lombardo.

Il risultato, dico subito, si conquista un posto di primo piano nella bibliografia gaddiana, ma è anche godibile in sé, come quadro d'epoca, tra cultura e costume: quasi un capitolo del formicolante e divertito affresco in progress che Arbasino va dedicando ai Fratelli d'Italia. Ammirato e intenerito, Arbasino si muove, visibilmente a suo agio, tra ricordi privati, aneddoti, piccoli gossip, schegge biografiche, intuizioni critiche, riferimenti dotti, citazioni testuali. Così che il libro è tante cose insieme. Anzitutto un ritratto critico e umano dal vivo. Eccolo qui tutto intero, nella sua complessità e nelle fruttuose contraddizioni tra istanze ordinatrici e fascino del Garbuglio o Viluppo, questo 'Pietro Micca in abito di Quintino Sella, con l'orgogliosa modestia e l'ironia dolorante e la verecondia espositiva di grande scrittore rivoluzionario travestito da commendatore o professionista vieux jeu in costante reverenza davanti alle Sedi delle Istituzioni - dal Castello Sforzesco alla Stazione Nord alla Edison al "Corriere della sera" alle Banche all'Idioma ...'. Ma c'è anche, per scorci fulminei, lo sfondo, l'ambiente, il clima: la nostra polverosa cultura tra le due guerre, quanto provinciale rispetto a quella che Gadda si costruiva assemblando la matematica di Einstein e la psicoanalisi, la Storia e la filosofia, Michelet e Spinoza, Leibniz, Kant... C'è la buona borghesia lombarda dell'Adalgisa, fissata nelle sue abitudini maniacali e masochistiche, nel suo noiosissimo formalismo finto-virtuoso (qui Arbasino gareggia con Gadda nell'elencare le care cose di pessimo gusto che gli avi accumulavano con esilarante protervia). Né mancano cenni alla ricezione dei primi libri dell'Ingegnere e alle cantonate che presero i vari Gargiulo, De Robertis, Bocelli, prima che scendesse il campo il magno Contini.

Arbasino approfitta, sempre con garbata misura, della benevolenza che l'Ingegnere gli dimostra per registrarne le gustose confidenze, tra ritegni ed eufemismi tanto facilmente decifrabili da strappare il sorriso. Si parla degli anni di formazione, delle letture (ma sì, perfino il Carducci: 'Non scegliamo mai i nostri padri e raramente i maestri'), delle passioni per linguaggi, gerghi e dialetti e il loro voltaggio espressivo'. Ci sono i grandi lombardi, su cui il Gaddus si rivela ferratissimo in ogni minimo dettaglio anche biografico e fisiologico. A proposito di Manzoni, bacchetta Moravia, reo di averne dato un'anacronistica interpretazione marxista ('non è affatto un moralista cattolico'). Bellissima l'identificazione con Don Abbondio, 'per la sua povertà disarmata, la sua paura fisica, la sua ragione stessa d'aver paura'. Segue un'affettuosa apologia di Parini e di certi suoi peccatucci giovanili ('Cantù sembra ritenere che frequentasse i templi di Venere Pandemia, e forse vi ha anche contratto qualche regaluccio'). E naturalmente torna a galla la fiera avversione per il Foscolo, lo 'scaltro commediante' dall''irsuto petto', seduttore di damazze malmaritate ma danarose, da lui ribattezzato il Basetta, lo Scimpanzé, il Roditore, lo Scoiattolo, il Piteco: 'Ci sono più vergini nei millenovecento versi del Foscolo che in tutta la storia di Romantica'. Ancora: del Pascoli lo incuriosiscono le sperimentazioni filologiche e i viluppi freudiani con le sorelle. Su D'Annunzio è reticente, ma ne apprezza la ricerca sulla lingua e l'operosità (anche se ricorda che i soldati lo ritenevano un gran iettatore, e non lo nominavano mai). Quando si arriva alla Roma della Dolce Vita, tra mondanità, cinema e letteratura, aristocratici e ragazzi di vita, Arbasino gareggia con il Maestro nel tracciare rutilanti cataloghi di comportamenti, mode, modi di dire e tic linguistici. Insieme, rievocano storie di famiglia e degustano perle dialettali. Salta fuori anche il côté perfido del timido Gadda, che si lasciava andare a battute al vetriolo: Bassani è 'il primo paltò di cammello della letteratura del dopoguerra', Mimise Guttuso e Mimì Piovene sono 'fresche e démodées come padrone di casini scicchissimi della Belle Epoque', una vociferante Elsa Morante chiama tutti a firmare manifesti di protesta per questo e per quello: 'Ha strillato molto anche stavolta, l'Elsina?', si informa lui. Nella sue funamboliche rimembranze, Arbasino non trascura nemmeno le lettere, in cui spesso l'Ingegnere si sente spesso in dovere di scusarsi di qualcosa: 'La mia vita tormentata e bislacca, la mia piatta attività di ingegnere, molte amarezze, ecc., hanno finito per rendermi rozzo, trivialuccio, bisbetico'. O ancora: 'Io sono un bastardo di celtico sangue, germanico, spagnolesco e ungherese. Puoi immaginare che zuppa'." (da Ernesto Ferrero, Ecco Gaddus, un timido al vetriolo, da "TuttoLibri", "La Stampa", 19/01/'08)

3 commenti:

Paolo Ferrario ha detto...

cari amici della biblioteca di garlasco (mi permetto di chiamarvi così, perchè seguo quotidianamente i vostri post, attraverso google reader), mi permetto di lasciare qui una mia scheda sulla presentazione del libro di arbasino presso la fondazione ratti di como:
http://www.amalteo.splinder.com/post/15578731/Alberto+Arbasino%2C+L%27ingegnere+

Silvana ha detto...

Grazie!
Silvana

Paolo Ferrario ha detto...

cara silvana
sono io a ringraziere te per le tue curate recensioni.
colgo l'occasione per segnalarti tre gruppi di lettura virtuali che ho attivato in questi mesi (in pratica un post e poi l'invito a commentare). forse ti possono interessare anche per sentire punti di vista diversi sui libri che abbiamo in lettura:
gruppo di lettura
- Marguerite Yourcenar Memorie di Adriano
http://astime.splinder.com/post/15475753/Ad+occhi+aperti
- Alice Munro Il percorso dell'amore
http://amalteo.splinder.com/post/15386528/Alice+Munro%2C+Il+percorso+dell%27
- Eugen Herrigel Lo Zen e il tiro con l'arco
http://amalteo.splinder.com/post/14971801/Eugen+Herrigel%2C+Lo+Zen+e+il+ti
- gruppo di lettura-storia del
http://amalteo.splinder.com/post/15144214/Gruppo+di+lettura%3A+autori+per+