venerdì 18 gennaio 2008

Lo spazio bianco di Valeria Parrella


"E' curioso vedere che Valeria Parrella, voce di Napoli tra le più sorprendenti, mentre la sua città brucia tra le immondizie, nel suo primo e atteso romanzo volga lo sguardo acuto su una vicenda intima e dolorosa, mettendo ai margini la città. La scrittrice napoletana, che con i suoi racconti ci ha regalato una galleria di personaggi femminili indimenticabili, sceglie anche per Lo spazio bianco, romanzo lacerante ma di emozione ferma, una donna single. [...] Valeria Parrella in tre anni non è cambiata per nulla [...]. Ci incontrammo nel 2005, quando era finalista al premio Strega con Per grazia ricevuta. Due anni prima, con Mosca più balena, si era aggiudicata il Campiello opera prima. Non è cambiata, così come non è cambiata la sua scrittura, già matura fin dai primi racconti. Nel frattempo è diventata madre di un bambino che adesso ha diciotto mesi. La prima domanda, quasi obbligatoria, è se è stato faticoso il passaggio dal racconto al romanzo, ma lei non ama queste distinzioni. 'Ho semplicemente trovato una storia che aveva bisogno di dettagli e di tempo. Lo spazio bianco è un libro sull'attesa e la pagina doveva seguire l'attesa della protagonista'. [...] Perché Napoli rimane solo di contorno? 'Le darò una risposta polemica e una emotiva. La prima è che in un romanzo di 120 pagine ho usato una sola volta la parola 'camorra' e la mia editor Paola Gallo, mi ha chiesto di toglierla perché, dopo Roberto Saviano, se si parla di camorra bisogna fare sul serio. Io naturalmente ho rifiutato, ritengo comunque che Saviano abbia creato per gli scrittori napoletani un precedente'. E la risposta emotiva? 'Io sono di Napoli e non riesco a farne a meno, nonostante sia una città dilaniata e con un'umanità scoppiata. Napoli è irriducibile e questo assunto io non lo vivo come una sconfitta, piuttosto come un'occasione per fare qualcosa. La decisione di lasciare crescere mio figlio in questa città è il mio contributo. Io ho la fortuna di abitare a via Duomo, dove vive il Cardinale, e l'immondizia a Napoli viene rimossa solo in tre posti, sotto casa di Bassolino, della Jervolino e di Sepe'. E intanto Napoli resta fuori dal suo romanzo. 'Si vede dalla finestra, ma nelle ultime pagine Maria fa una passeggiata a Castel Sant'Elmo, da dove vede l'intera città, e capisce che tutto è rimasto come ricordava, ed esisteva prima della nascita di Irene. Il tempo si è dilatato e fermato solo per lei e questo le dà una continuità con la sua vita precedente. [...]" (da Brunella Schisa, E la ragazza che scrive racconti decise che la vita è un romanzo, "Il venerdì di Repubblica", 18/01/'08)
I libri di Valeria Parrella

Nessun commento: