"Ebbi una rivelazione: questo mondo era maschile, la mia infanzia era stata nutrita da miti forgiati dagli uomini, e io non avevo reagito come se fossi stata un ragazzo. Mi appassionai tanto da abbandonare il progetto di una confessione personale, per occuparmi della condizione femminile in generale."
"E la scrittrice? La romanziera Simone de Beauvoir, intendo. L'autrice dell'Invitata, dei Mandarini, ma anche della Donna spezzata o della Morte dolcissima. A un secolo dalla nascita, per le celebrazioni anniversarie si rilegge ovunque lo slogan di Beauvoir 'Donne non si nasce, si diventa'. Un po' meno si pensa che quello slogan andrebbe postillato: 'Donne si diventa attraverso la scrittura', o parafrasato: 'Romanziere non si nasce, si diventa'.
Simone de Beauvoir diventò donna scrivendo, diventò in altre parole se stessa attraverso la scrittura. E come? Inventando delle altre da sé nelle sue finzioni narrative. Reinventandosi con la penna. Femminismo, esistenzialismo al femminile, amori contingenti, relazioni a tre, libertà sessuale, tante immagini della stessa icona. Ma non ci sarebbe stata l'icona, se non ci fosse stata la scrittrice. Non diventò Beauvoir perché aveva scelto Sartre, scelse Sartre perché era diventata Beauvoir. Sembra troppo? La reincarnazione postmoderna di Simone de Beauvoir, Julia Kristeva, che festeggia il centenario con un imponente
convegno internazionale al Refettorio dei Cordeliers di Parigi, che cosa ha dovuto fare, perché il passaggio del testimone fosse compiuto e reale? Farsi romanziera, scrivere i Samurai oltre e al di là dei saggi da semiologa e da psicanalista engagée. I Samurai, riscrittura dei Mandarini. Il suo megaconvegno dedica buona parte delle tre intensissime giornate (9-10-11 gennaio) a Simone de Beauvoir narratrice. Una filière incontestabile unisce attraverso gli anni la scrittura di tre donne che si sono create (anche come personaggi, certo) tessendo storie: Colette, Beauvoir, Kristeva. Ognuna a suo modo, e con i suoi strumenti. Ma a partire dalla stessa necessità, e con lo stesso scopo. Non rileggerei, oggi, Il secondo sesso. Rileggerei i racconti della Donna spezzata. Le autobiografie di Beauvoir, le Memorie di una ragazza per bene o La forza delle cose: non le rileggerei in quanto 'memorialistica' ma in quanto 'autofictions', invenzioni di sé au fil des pages, creazioni di un io grazie e in virtù della scrittura. Non è quello il filone che più sfruttano oggi i narratori di mezzo mondo? Far sì che la loro vita diventi uguale ai loro romanzi? Anche in negativo, inventando personaggi che incarnino le loro più oscure tentazioni e le vivano al loro posto: come fece Sartre con L’enfance d’un chef, L'infanzia di un capo, il Sartre meno letto, l'unico forse su cui può giocarsi davvero un confronto con la compagna Simone. Confronto che, diciamolo, non vede vincere l'uomo, ma la donna". (da Gabriella Bosco, Simone de Beauvoir, la forza della scrittura, "TuttoLibri", "La Stampa", 12/01/'08)
I libri di Simone de Beauvoir
Simone de Beauvoir (da Evene)
Simone de Beauvoir nel catalogo Einaudi
Il secondo sesso (Il Saggiatore, 2002)
Nessun commento:
Posta un commento