lunedì 7 settembre 2009

Zia Mame di Patrick Dennis


"Non ci vuole molto a proclamare indiscussa vincitrice dell'estate editoriale 2009 la terribile Zia Mame di Patrick Dennis. In due mesi ha già venduto la bellezza di 100 mila copie: un numero che dalle parti di Adelphi (e di molte altre case editrici) non si era mai visto. Sì, certo, l'etichetta di Calasso ha in casa altri bestseller come Barney, ma nessuno aveva corso così di fretta come la zietta. E sì che le prenotazioni all'uscita non erano dissimili da un 'normale' titolo adelphiano: seimila copie e una tiratura, persino ottimistica, di diecimila. Ma a far drizzare le antenne agli uffici vendite erano stati i riscontri dei primi giorni, addirittura del primo di presenza in libreria, il 17 giugno.
Benedetta da un articolo entusiasta di Pietro Citati su "La Repubblica" (nel quale, finalmente, l'accigliato critico dice che ride di gusto, per una volta), zia Mame incuriosisce subito i lettori. Poi ... il diluvio. Oggi siamo alla decima ristampa e tutto fa supporre che il successo non cadrà, come le foglie, d'autunno, anche perché la simpatica zia ora ammicca con la sua copertina rosa pallido (non Tiepolo, per carità) anche dagli scaffali della grande distribuzione.
Non è un frutto del caso, però. E forse nemmeno del solo passaparola, creatore principe di bestseller. La natura del testo, come ha scritto Laura Lepri su queste pagine, favorisce l'identificazione del lettore (meglio: lettrice), ma Adelphi aveva preparato con cura il lancio. Diffondendo, fatto inedito per la casa, il primo capitolo in una brochure tirata in migliaia di copie e distribuita nel circuito delle cartoline: cinema, pub, locali trendy. Puntando su una campagna stampa accurata (poi, certo, le cose vanno da sé: oggi non c'è giornale che non ne abbia parlato, magari a più riprese). E preparando 'esteticamente' al meglio la confezione. La traduzione azzeccata di Matteo Codignola è un buon viatico per leggere; per la copertina, poi, Adelphi non si è sforzata molto, ripristinando di fatto quella, ottima, dell'originale edizione Vanguard Press del 1955. Alla quale erano chiaramente ispirate anche le precedenti edizioni italiane, di Bompiani e di Garzanti, pure salutate da discreto successo. La 'simpatica combinaguai', come la definiva Garzanti, dunque, ogni volta che esce vende e a lungo. Chissà se davvero gli adelphiani erano consapevoli di avere una bomba pronta ad esplodere: di sicuro avevano acceso per tempo la miccia. Quando poi si voglia ragionare sui motivi di tale successo, beh, è davvero un altro capitolo. Dove, oltre al divertimento (che c'è), gioca un ruolo anche un certo equivoco su cosa sia e rappresenti (oggi, per noi) la zia Mame. Motivi per i quali la zia sarà comprata anche dopo che Dan Brown ci avrà proposto i suoi simboli perduti. Anche Mame è, forse, in fondo, un simbolo. Già: ma di che cosa?" (da Stefano Salis, La zietta corre in fretta, "Il Sole 24 Ore Domenica", 06/09/'09)

1 commento:

Oyrad ha detto...

Mi è piaciuto, l'ho trovato divertente e gradevole. L'inizio è addirittura travolgente... e ho riso davvero di gusto in molti passi.