Biblioteca civica "MINO MILANI" bibliogarlasco@yahoo.it tel. 0382/801009 "Le paradis, à n'en pas douter, n'est qu'une immense bibliothèque" (Gaston Bachelard) SELEZIONE DI ARTICOLI SULL'UNIVERSO-LIBRO
sabato 5 settembre 2009
Tecniche di basso livello di Gherardo Bortolotti
"Da molto ormai si sente dire che il Nuovo verrà dalla Rete. Ma dal Canale non transitavano Novità di sorta. Da un paio d'anni, invece, qualcosa si vede. Tre autori
diversissimi, per esempio: Babsi Jones, Francesco Pecoraro e, ora, Gherardo Bortolotti. Lombardo del 1972, su carta quest'ultimo sinora aveva pubblicato solo in collane di poesia sperimentale; ma il non molto più esteso Tecniche di basso livello (Lavieri) esce in una di narrativa, ancorché spericolata («Arno», diretta dal giovane germanista Domenico Pinto, prende il nome dallo spericolatissimo Schmidt: uno che solo lui, infatti, è in grado di tradurre ...). Nuoce a Bortolotti l'essere apprezzato, per ora, nel solo circuito della poesia; perché è invece un narratore, appunto. Assai distante, certo, dalla fiction industriale di oggi; si diranno magari, le sue, «denarrazioni»: al modo di quelle di Mark Strand. Prose brevi, desultoriamente numerate, come ad alludere a una più vasta ma invisibile storia; e con un personaggio ricorrente, «bgmole», esplicito erede del Qfwfq delle Cosmicomiche. Ma che a differenza di quello di Calvino è imprigionato nel nostro medesimo mondo sublunare, percorso da malinconie post-storiche dagli emblemi stranianti quanto, ahinoi, ben riconoscibili. Viene in mente l'esattezza raggelata (e dunque commovente) di certo Ballard, del Silvio Soldini dell'Aria serena dell'ovest o, più di recente, dell'Ubicazione del bene di Giorgio Falco. Una delle poche scritture politiche oggi credibili. Se la politica dataci in sorte muore strangolata dall'assenza di respiro, il breve giro delle microvite di Bortolotti è allegoria della nostra schiacciante modularità. Del nostro essere monadi pallide e svogliate, scarsamente convinte d'una qualche realtà fuori dell'immediata esperienza. Ma che intensità quando questo schermo sembra infrangersi: «In alcuni scorci della giornata, nel mezzo del fine settimana, avevamo l'impressione di essere vivi e, quindi, irreali»." (da Andrea Cortellessa, Microvite di basso livello, "TuttoLibri", "La Stampa", 05/09/'09)
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