Biblioteca civica "MINO MILANI" bibliogarlasco@yahoo.it tel. 0382/801009 "Le paradis, à n'en pas douter, n'est qu'une immense bibliothèque" (Gaston Bachelard) SELEZIONE DI ARTICOLI SULL'UNIVERSO-LIBRO
domenica 13 settembre 2009
La scienza? E' nascosta in una poesia di Saffo
"La mia scelta non dovrebbe stupire. La mente è una, la cultura è una. Ci sono meraviglie e tesori in ogni attività. Per scoprirli bisogna studiare molto, coltivando sempre immaginazione e rigore. «Sopra il suo capo si librava / un’infinità di uccelli, / e i pesci fuori / dall’onda scura / balzavano al dolce canto». Così Simonide descrive l’effetto che il cantare di Orfeo, l’eroe-simbolo della lirica, ha sulla natura stessa. Da parte sua la grande Saffo dice a una ragazza ignara di poesia, simboleggiata dalle rose della Pièria: «Tu morta finirai lì, né di te ricordo alcuno / né rimpianto rimarrà, per sempre. Tu non hai colto / le rose della Pièria e una volta partita da qui, oscura / ti aggirerai fra le oscure ombre della casa di Ade». Tanto alto è il valore che la Grecia classica attribuisce alla poesia e al canto! Coadiuvato da un’attrice che leggerà alcune delle liriche più belle, presenterò a Pordenonelegge il libro I miei Lirici greci pubblicato qualche mese fa per l’Editrice San Raffaele. Quest’opera contiene le mie traduzioni delle più importanti liriche greche del periodo classico — dal VII al V secolo prima di Cristo — scritte da autori come Saffo, Alceo, Alcmane, Simonide, Archiloco, Anacreonte e via discorrendo. Qualcuno si stupirà che nella mia produzione di libri che parlano di scienza io abbia avuto il tempo di inserire anche un testo classico, contenente traduzioni di autori noti e celebratissimi sui quali si sono in passato esercitati autori di ben maggiore competenza e notorietà. Solo in lingua francese esistono cento traduzioni-imitazioni pubblicate della celebre lirica di Saffo Un dio mi appare. Perché i lirici greci? Perché li ho sempre amati, anche da prima del liceo, e li considero nel loro complesso un capolavoro ineguagliato. La loro modernità, la loro semplicità e freschezza, l’uso magistrale che vi se ne fa di una lingua già di per sé meravigliosa, li fanno apparire ai miei occhi, e non solo ai miei, un patrimonio inestimabile e imperituro. Perché tradurli? Perché molte traduzioni esistenti non mi convincevano e in alcuni casi mi lasciavano perplesso. Ci si allontanava in genere un po’ troppo, secondo me, dal testo greco originale. Che è meravigliosamente eloquente, lucido e compatto. Ad esempio Saffo chiama in una lirica l’amore «glykìpikron amàchanon hòrpeton». L’espressione equivale più o meno a «fiera dolceamara dalla quale non c’è riparo», ma ognuno dei tre termini condensa in sé una molteplicità di significati. L’ultimo, ad esempio, indica sì una fiera selvaggia, ma veicola anche il significato di una cosa che striscia e che si insinua come un serpente. È difficilissimo rendere in maniera succinta tutti i diversi significati, ma ne vale la pena. Perché pubblicarli? Per vanità, certamente, ma anche per un atto d’amore verso questi testi oggi non popolarissimi, con la segreta mira di «divulgarli», di portarli cioè ancora una volta, e in veste molto moderna, all’attenzione di chi ama la poesia, ma che non ha magari avuto l’occasione di accostarvicisi. Non dovrebbe stupire, secondo me, che a quest’opera si sia accinto uno che si è occupato di scienza per tutta la vita. L’uomo è uno, la mente è una, la cultura è una. Ci sono tesori e meraviglie nella scienza e tesori e meraviglie nella poesia. Occorre immaginazione e rigore nell’una attività come nell’altra e guai a non avere l’una cosa o l’altra! Quello che alcuni non capiscono è che studiare come è fatto veramente il mondo, richiede in genere più immaginazione e penetrazione che non inventarselo. D’altra parte, un poeta senza studio e senza consequenzialità non raggiungerà mai grandi altezze. Basti pensare a Lucrezio, a Galileo, a Leopardi ... «L’esperienza è il fondamento di ogni conoscenza», dice venticinque secoli fa Alcmane, ma dice anche che «Ogni ragazza dalle nostre parti / elogia il suonatore di lira»." (da Edoardo Boncinelli, La scienza? E' nascosta in una poesia di Saffo, "Corriere della sera", 13/09/'09)
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