domenica 3 agosto 2008

Batman - Il cavaliere oscuro


"E' una favola sul potere, e anzi è una favola sulla paura e sull'ordine, questo Batman - Il cavaliere oscuro (Usa, 2008 152'). Molti sono i suoi protagonisti, alcuni individuali - l'uomo pipistrello (Christian Bale), il procuratore Harvey Dent (Haaron Eckhart), il tenente James Gordon (Gary Oldman), il sindaco (Nestor Carbonell) -, e uno collettivo. Ed è questo, ossia la folla di Gotham City, il più decisivo, per quanto mai stia davvero al centro della scena. Non sono individui, gli uomini e le donne che abitano la metropoli narrata da Christopher Nolan, ma una totalità indistinta e omogenea che si muove sullo sfondo. In primo piano, invece, vivono e prendono decisioni, magistrati, politici, avvocati, poliziotti. Su di essi vigila Batman, il superindividuo, il decisore assoluto, il portatore del Bene. Ma tutti, dal ricco imprenditore che svolazza sopra i grattacieli vestito da stupido, al poliziotto che dà la caccia ai soldi della mafia, hanno come riferimento costante quella massa senza volto. E' la sua paura che gestiscono e governano. E' il suo bisogno di sicurezza, o meglio è il loro continuo, 'vivente' sospetto d'essere insicura che vogliono blandire e controllare. Lo facciano per idealismo, come il procuratore Dent, o lo facciano per calcolo e in vista della carriera, come il sindaco, ogni loro mossa e ogni loro piano sono volti a garantire la legalità e l'ordine, o comunque a darne l'illusione. Che si tratti di un'illusione è ben mostrato da Nolan. Non è forse una sorta di criminale il loro alleato segreto, l'uomo pipistrello? Nero come la notte e come la morte, contraddice ogni legge di Gotham. Ma più di un filosofo politico della nostra epoca trista direbbe che è il male minore, necessario per contrastare quello ben più grave dei nemici della società. Insomma, Batman è il volto favolistico, e si potrebbe anche dire mitico, dell'ideologia della tolleranza zero, dell'ossessione dell'ordine e della sicurezza. C'è però un altro protagonista nel film. Anzi, c'è un antagonista radicale, folle e a modo suo saggio del superindividuo in mutande di kevlar. Dietro il suo sorriso orrido e sarcastico, appunto, il Jocker (Heath Ledger) smaschera e rende vani ogni sua mossa e ogni suo piano, e con essi quelli degli altri individui decisori. Di sé dice con orgoglio d'essere il portatore del caso e del caos, che nelaal loro cecità tutti gli esseri viventi fanno uguali, così rendendo a tutti una paradossale, ironica giustizia. E proprio come il caso e il caos, il mostro con la bocca tagliata minaccia di togliere a tutti la possibilità di un futuro: a Batman e ai suoi alleati quello del potere (della gestione e del governo della paura), e agli abitanti-massa della metropoli quello, illusorio e pericoloso, di un mondo senza attriti. E' una favola politico-filosofica, questo bel Batman di Christopher Nolan. In essa de nobis narratur. Come in ogni favola, del resto, ognuno sarà tentato di vederci una propria morale. Qualcuno finirà per identificarsi con il pipistrello teconologico, qualcun altro con l'idealista Dent (ma avrà una delusione). Ci sarà poi chi si lascerà convincere dall'ottimismo che, verso la fine, la sceneggiatura mostra a proposito dei sentimenti umani e etici della folla anonima. Ma a tutti si consiglia di prestare attenzione al Jocker, neutralizzato ma non vinto, e sempre incombente sugli entusiasmi dei teorici (e dei pratici) dell'ordine a ogni costo." (da Roberto Escobar, Batman e la 'tolleranza zero', "Il Sole 24 Ore Domenica", 03/08/'08)

1 commento:

Anonimo ha detto...

sono totalemte d'accordo con questo articolo. Lorenzo