lunedì 25 agosto 2008

Eva Cantarella


"Le vacanze cominciano quando partono per la costiera amalfitana anche i gatti, per starci (gatti e padroni) tutta l'estate. Ogni anno Eva Cantarella riapre per la stagione la casa di famiglia a Raito, sulla costiera amalfitana. Valigie, zaini, gabbiette, ma non più i bauli di una volta, e file digitali invece delle pile di libri che prima si trascinava dietro, fra giugno e settembre, per non smettere mai di divertirsi, cioè di lavorare. Ancien régime remix: cioè il lusso ormai desueto di una lunghissima assenza dalla città, ma senza i rituali e gli orpelli complicanti delle transumanze estive del passato. Famiglia in versione light, abitudini light, persino biblioteca light al seguito. E la leggerezza delle giornate lascia l'agio di entusiasmarsi di tutto, del pesce variopinto visto fra gli scogli al mattino come del libro, compulsato al pomeriggio, di chissà quale prestigioso professore di Yale o di Cambridge. E se invece, Eva Cantarella, lei fosse stata un'antica greca o un'antica romana, che vacanze avrebbe fatto? 'Meglio romana, le donne erano infinitamente meno discriminate che nella Grecia classica. Anche allora contava la fortuna di nascere nel posto giusto, in senso sia geografico sia sociale. Una ricca signora greca sarebbe rimasta chiusa in casa, mentre una ricca romana sarebbe andata in vacanza nella sua villa di Capua, o Napoli, o Pompei, insomma da queste parti. Avrebbe letto molto, e magari studiato con il pedagogo, insieme ai fratelli, letteratura, retorica, e anche diritto. Come me'. E gli antichi gatti? Al seguito? 'Sappiamo del passero di Lesbia, ma non risulta che i gatti fossero pets nell'antichità. Forse avrei lanciato io la moda'. La sua antenata negli ozii campani avrebbe fatto bagni, chiacchierato, scritto? 'Magari anche poesie, ma io neanche allora ne sarei stata capace'. Altri, mi scusi, svaghi intelligenti che le sono preclusi? 'La musica. Sono stonata, non la conosco, non la capisco'. Non che le manchi il daffare, durante l'estate. 'La vacanza-vacanza mi annoia, faccio vacanze lunghissime ma sempre lavorando. Adesso, con il computer portatile, posso leggere e scrivere quasi ovunque, e quasi in ogni momento'. Prima di Internet e del digitale, voi accademici dovevate rimanere nei paraggi delel biblioteche. 'Ora invece le fonti greche e romane si trovano in rete. Così, quest'estate potrò scrivere da qui, dalla costiera amalfitana, sia saggi per companions universitari, sia libri miei'. Il suo ultimo libro è Ritorno della vendetta. Pena di morte: giustizia o assassinio?, il penultimo era L'amore è un dio - sottotitolo Sex and the polis. Sta proseguendo su entrambe le piste, quella del racconto della classicità, e quella dell'analisi giuridica e politica? 'Voglio scrivere ancora sul problema della trasformazione, o anzi riconcettualizzazione, della pena. In tutto il mondo occidentale, Italia inclusa, è entrata in crisi la funzione educativa e deterrente della pena, mentre torna la sua funzione retributiva: il concetto di pena si confonde con quello di vendetta, non si guarda al futuro ma indietro, all'occhio per occhio. Negli Stati Uniti in alcuni processi per omicidio o per stupro vengono chiamati a testimoniare i parenti delle vittime, irrompe nel giudizio l'elemento emotivo. E che nelle sentenze debbano valere anche le emozioni, e non soltanto la razionalità, viene oggi ampiamente teorizzato. È preoccupante. Per questo leggo e rileggo l'Orestea, dove invece finalmente il mondo della vendetta scompare e arriva la giustizia'. Corsi e ricorsi. Le emozioni vanno di moda. Anche in politica: dalla paura all'invidia sociale, all'identità come arma contro i diversi. Le emozioni sono rapide, efficaci, manipolabili. 'Io non mi occupo dei media. Ma dei media dell'antichità sì. Omero faceva quello che fa la tivù oggi: diffondeva modelli di comportamento'. Sono sempre impietosi, i paragoni fra passato e presente? 'Io sono felice di essere vissuta adesso e non allora. Impossibile rimpiangere la condizione femminile, o quella omosessuale, nella classicità. Impossibile non apprezzare il nostro maggiore accesso alla cultura, alla salute, ai viaggi. Andrei volentieri ad Atene o a Roma, ma per un giorno o due, non di più'. Qualche soggiorno nel passato deve averlo compiuto, vista la vivezza con la quale ha raccontato la vita amorosa e familiare nell'antica Grecia. 'Sto cominciando il seguito di L’amore è un dio, parlando stavolta di Roma. Ma non è facile evitare la volgarità. I romani erano grevi, il machismo è nato lì, lì la sessualità del forte che sottomette. C'era esaltazione retorica della moglie e della matrona, c'erano anche molte concessioni e libertà, ma la sostanza del maschio romano era quella. Grande intelligenza politica, nel lasciare spazio alle donne purché entro regole e ambiti rigidissimi: non era facile ribellarsi. Questo è il nostro passato prossimo, i rapporti fra i sessi derivano per noi dai romani piuttosto che dai greci'. Lettura e scrittura sono per lei collegate, ma qualche libro che non ha nulla a che fare con le sue ricerche le passerà pure per le mani. 'Sul comodino ne ho una pila. Attualmente Il corruttore di Ugo Barbàra, The House of Mirth di Edith Wharton che è una frequente rilettura, Risse da stadio nella Bisanzio di Giustiniano di Sigmund Ginzberg ...'. La sua estate si conclude a Sarzana, dove aprirà il Festival della Mente parlando di Ulisse, e della sua conquista dell'autodeterminazione: "Scelgo dunque sono", questo il titolo del suo intervento. Lei ha scelto un'estate stanziale e operosa, dunque è ...? 'Ma no, la casa in costiera è la base, ma ho anche fatto un lungo viaggio e diverse puntatine qua e là per l'Italia'. E i gatti, quando lei è via? 'Rimangono al mare, ben accuditi'." (da Giovanna Zucconi, In spiaggia c'è Omero, "TuttoLibri", "La Stampa", 23/08/'08)

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