Biblioteca civica "MINO MILANI" bibliogarlasco@yahoo.it tel. 0382/801009 "Le paradis, à n'en pas douter, n'est qu'une immense bibliothèque" (Gaston Bachelard) SELEZIONE DI ARTICOLI SULL'UNIVERSO-LIBRO
mercoledì 27 agosto 2008
L'enigma Montefeltro di Marcello Simonetta
"Due coalizioni, composta una da tre, l'altra da due parti, verrebbe da dire partiti, principali, si contendono l'egemonia in Italia. Ciascuno dei partiti è a sua volta dilaniato da risse ai coltelli avvelenati tra le componenti interne, da violentissimi scontri per la successione al leader del momento, anzi da complotti per eliminarlo, in modo da potergli succedere. L'ago della bilancia è rappresentato da potenti locali minori, alleati all'una o all'altra delle coalizioni. Capacissimi però di far finta di stare con gli uni e magari lavorare al tempo stesso per i nemici, passare con disinvoltura da una parte all'altra, o stare con tutte e due, o magari ripassare, dopo un doppio salto mortale, con la parte originaria. E' l'Italia alle soglie del 1500. Con le sue città-stato di cui ciascuna è governata, con diverse gradazioni di tirannia, da padroni che mirano a perpetuarsi in dinastia, ma si rivelano tutti più o meno instabili e esposti a un cambio di leadership, anzi veri e propri 'cambi di regime'. A Milano dominano gli Sforza, pronti a sbranarsi per la successione. A Firenze i Medici. A Napoli e nel resto del Sud gli Aragonesi. A Venezia e nel Nord-est un'oligarchia di ricchi e arzilli mercanti. A Roma comanda il Papa, espresso dalla famiglia nobile di turno. Mentre i Montefeltro di Urbino, i Malatesta di Rimini, gli Estensi di Ferrara, i Gonzaga di Mantova prestano di volta in volta i propri servizi diplomatici e soprattutto militari, da 'condottieri' al servizio del miglior offerente. Un'intensissima corrispondenza diplomatica privata tra i protagonisti rivela complotti, congiure, retroscena, ricatti, avvertimenti mafiosi, inciuci, progettati tradimenti e invenzione di nuove alleanze, persino pettegolezzi piccanti. E' a prova di intercettazione perché cifrata. Molte di queste carte, conservate negli archivi, erano rimaste illeggibili fino ai nostri giorni. Marcello Simonetta le ha decifrate, grazie anche all'aiuto di un suo lontano antenato, Cicco Simonetta, potente cancelliere degli Sforza. Per trascrivere il testo di quelle intercettazioni di oltre mezzo millennio fa, ha fatto ricorso alle sue Regule ad extrahendum litteras zifratas sine exemplo, un trattato per decifrare messaggi segreti utilizzando un modello matematico. Il risultato è un libro di storia, una ricerca seria e documentata che si legge però come un romanzo giallo: L'enigma Montefeltro, pubblicato da Rizzoli in elegante copertina, ma con una qualità delle illustrazioni interne che purtroppo lascia molto a desiderare. Peccato, perché una parte dell'enigma è decifrato con chiave pittorica, attraverso i simboli nascosti nei dipinti di Botticelli e del Perugino. 'Enigma' era il nome dell'inviolabile cifrario meccanico usato dai tedeschi nella Seconda guerra mondiale, sconfitto dal genio matematico Alan Turing. Il Montefeltro è il Duca di Urbino, Federico, uno dei protagonisti chiave dell'epoca. Era il figlio bastardo, poi legittimato di Guidantonio da Montefeltro. Lo soprannominavano 'Caino' perché si dava per scontato che avesse tirato le fila della congiura in cui era stato assassinato l'erede legittimo, suo fratello Oddantonio. Secondo la recente interpretazione di Bernd Roeck, la Flagellazione di Piero della Francesca sarebbe una denuncia in simboli, nemmeno tanto criptici per i contemporanei, forse commissionata da una delle sorelle della vittima. Federico di mestiere faceva il mercenario di eserciti. Li forniva al miglior offerente, come dire, 'chiavi in mano', per il tempo e con la dotazione richiesta. Aveva precise tariffe. Le sue tecniche di marketing includevano il passare per pacificatore e moderatore, anziché fomentatore di lucrose guerre. Agli inviati stranieri spiegava: 'Ho cercato con ogni mia industria che sia pace ed unione in Italia ... e non ci è stato rimedio: finaliter ognuno grida guerra guerra, or su facciamo guerra in nome di Dio, e Dio e ancora assai uomini da bene del mondo mi sono testimoni'. [...]" (da Siegmund Ginzberg, L'Italia delle congiure, "La Repubblica", 27/08/'08)
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