venerdì 29 aprile 2011

Dizionario dei luoghi fantastici


"Non esistono più luoghi sconosciuti. Nessuna foresta da esplorare alla ricerca di civiltà scomparse, nessun mare da solcare sperando di imbattersi in isole misteriose, nessun deserto che non sia stato scandagliato dai radar e dai satelliti.
Grazie a Google Earth abbiamo (quasi) ogni luogo della Terra a portata di mouse. Ma per i viaggiatori impenitenti esiste ancora uno sfogo: esistono i luoghi irreali, utopici, immaginari.
Ed esiste una guida che li enumera, li descrive e spiega come raggiungerli. Come scrive Alberto Manguel, autore del Dizionario dei luoghi fantastici insieme a Gianni Guadalupi, nell’introduzione a questa terza edizione (la prima è del 1980) «non ci vuole molto per scoprire che la geografia dell’immaginazione è infinitamente più vasta di quella del mondo fisico».
Alberto Manguel aveva sedici anni e lavorava in una libreria di Buenos Aires quando conobbe un cliente, quasi cieco, che gli chiese se fosse disposto ad andare da lui, la sera, a leggere ad alta voce. Il cliente era Jorge Luis Borges.
Manguel divenne il suo lettore privato. Anni dopo, giunto a Milano per lavoro, si trovò a collaborare con un editore con la passione per i viaggi, passione tale da portarlo a collezionare, nel corso della vita, oltre 13.000 volumi, ora affidati alla Fondazione Marilena Ferrari nella «Biblioteca del viaggio Gianni Guadalupi».
A dare il via al dizionario fu La ville vampire di Paul Féval.
Guadalupi, letto il romanzo, chiese all'amico Manguel di scrivere con lui una specie di guida turistica, trattando la Città Vampira non come luogo immaginario, mareale: dove si poteva alloggiare per la notte, dove consumare un buon pasto, cosa visitare. Senza dubbio si divertirono un mondo.
Tanto che, terminata questa prima voce, i due decisero di allargare l'indagine agli altri luoghi fantastici. Un primo elenco - giusto quelli che conoscevano a memoria - ne contava centinaia.
Alla fine, alcune migliaia. Per scelta accantonarono quelli non presenti sul pianeta Terra, i mondi paralleli, e anche i luoghi del futuro. Ma da Narnia a Lilliput, dalla tolkeniana Minas Tirith alle borgesiane Rovine Circolari (dove si può sognare un uomo fino a dargli vita), dal Regno delle scimmie di Burroughs alla geometrica Flatlandia di Abbot (dove gli oggetti animati e inanimati appaiono come linee rette, dove le abitazioni sono a forma di pentagono e quelle quadrate e triangolari sono vietate per ragioni di sicurezza), nulla manca al minuzioso elenco dei posti nei quali, oggi più che mai, continua ad avere senso perdersi. Boschi e pianure, città e specchi d'acqua, regni e isole che ci promettono nuovi occhi, ci restituiscono bellezza, si fanno incubatori del nostro immaginario.
Il Dizionario dei luoghi fantastici è un manuale prezioso, corredato di cartine dettagliate - da quella di Arkham, nata dalla fantasia di Lovecraft, a quella del Paese che non c'è, rifugio di Peter Pan e dei suoi ragazzi perduti - e immaginifiche illustrazioni - conoscete forse le mostruose forme dell’idolo Manduca adorato nell’isola di Gaster? O le decorazioni della carrozza di Geova nel corso dell’ultima visita nel Regno di Noè?
Concludiamo con una sfida. Come ricompensa per il loro duro lavoro, Manguel e Guadalupi decisero di concedersi l'invenzione di un luogo a testa, completo di autore e bibliografia apocrifa. Due luoghi fantastici, così fantastici da non esistere neppure nei libri citati. Un plauso e una confezione di erba pipa a chi riesce a trovarli." (da Filippo Geda, Nel paese che non c'è, infinita è la meraviglia, "TuttoLibri", "La Stampa", 23/04/'11)

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