mercoledì 1 aprile 2009

La svendita dei libri. Quale cultura?


"Le librerie possono essere, e spesso lo sono, posti magici. Per chi le frequenta, per chi le ama. Per chi ci lavora, per chi le ha messe in piedi, per chi ci dedica vita e passione, la questione può essere più complessa. Soprattutto se le cose non vanno come si è a lungo sognato. In settimana ha chiuso la Libreria Editrice Fiorentina: un'istituzione cittadina, in via Ricasoli dagli anni '40. Frequentata da don Milani, da La Pira, da molti altri. Poi abbandonata: dal Comune, dagli intellettuali, dai clienti. I proprietari continueranno a fare gli editori; pare che convenga di più che fare i librai. Non è storica come la Lef, ma martedì chiuderà un'altra piccola istituzione, stavolta milanese: la Libreria del Giallo di via Peschiera, fondata e condotta da Tecla Dozio. Tecla ha minacciato di chiudere diverse volte, ma oggi fa sul serio. Divergenze, diciamo così ... con il Comune, conti che non tornano e, soprattutto, i lettori che si diradano. In più adesso c'è la voglia di cambiare vita e di non lottare più contro l'indifferenza. Tecla Dozio, vera libraia, benemerita della cultura come poche (se si pensa che ha 'sdoganato' il genere che ora va per la maggiore) ha scritto una lettera commovente agli amici della sua libreria. Svende tutto: testi rimanenti e arredamenti. Tecla lascerà Milano, forse. Si occuperà anche lei di editoria, per Todaro. Ci sarà una festa, domenica prossima, il 5 aprile: sarà una bella occasione per salutarla. E ringraziarla. Le librerie indipendenti sono in pericolo, soprattutto nei centri storici delle grandi città (una buona volta bisognerebbe stilare una lista di quelle storiche e trovare un modo per agevolarle, almneo negli affitti, altrimenti improponibili, prima che scompaiano tutte). Chiudono per molti motivi: costi di gestione troppo alti, incapacità di rinnovarsi, concorrenza delle grandi catene, insostenibilità delle campagne di sconto degli editori e, non sottovalutiamolo, una radicale modificazione delle abitudini e dei gusti del pubblico. Bisogna accettarlo e capirlo. Di questo e di come difendere le librerie, insieme, parleranno editori e librai (indipendenti e non) a Orvieto, sabato 4, nell'occasione dell'inaugurazione del terzo corso di alta formazione per la gestione della libreria. Titolo del convegno provocatorio: La svendita dei libri. Quale cultura?. Tra i contenuti dovrebbe emergere l'ennesima proposta di una legge che regolamenti lo sconto, in modo che, a parità di condizioni, indipendenti e catene, piccoli e grandi, se la giochino sulla qualità. Cosa che, se dovesse mai accadere, riserverebbe anche molte sorprese. Che le librerie siano psoti particolari, poi, ce lo ricorda il romanzo sentimentale di Paola Calvetti - Noi due come un romanzo (Mondadori). La protagonista, Emma, si inventa una libreria di soli libri d'amore nel cuore di Milano: Sogni&Bisogni. Si rivelerà un'idea vincente, la libreria andrà bene, lei troverà l'amore ... La Calvetti ha letto il manuale di Romano Montroni (ne riprende la pagina sulla polvere) e la sua bella protagonista legge questo giornale. Tanto che, a pag. 143, finisce, tutta contenta, sulla nostra rubrica Parola di libraio e la descrive con precisione. Ma, distratta, dice di leggerla sul "Corriere della Sera". Pazienza: del resto si sa che i romanzi sono finzioni. Ah, le libraie innamorate ..." (da Stefano Salis, Librai, battaglie e amori, "Il Sole 24 Ore Domenica", 29/03/'09)

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