martedì 2 marzo 2010

Dan Brown non va in biblioteca


"Dan Brown non è primo in classifica, e qualcuno esulta. «Buone notizie: gli utenti delle biblioteche inglesi hanno troppo buon gusto per prendere in prestito quel pattume», titola con tipico understatement The Telegraph raccontando i dati diffusi dal Public Lending Right, il sistema bibliotecario. Poi però, nel corso dell'articolo di Oliver Marre, il trionfalismo si smorza, e neppure il più coriaceo wishful thinking può cancellare il dubbio che gli utenti inglesi non prendano in prestito Dan Brown non perché lo aborrono, ma perché l'hanno già comprato. Controprova. La bestseller list del Sunday Times è implacabile: The Lost Symbol è in vetta da ventidue domeniche, la scorsa settimana ha venduto 5.460 copie, in tutto al 21 febbraio erano 1.325.265. Non precisamente un segnale di ribrezzo.
L'elenco dei 250 libri più prestati nelle biblioteche britanniche fra l'estate 2008 e l'estate 2009, fornito nei giorni scorsi dal Public Lending Right, è, agli effetti, sbalorditivo. A prima vista, sembra in armonia con le classifiche dei bestseller, identico l'impasto fra gialli, neri e rosa. Però Dan Brown non è fra i primi cento. E neppure Stieg Larsson e Stephenie Meyer, entrambi top-sellers, e in classifica anche adesso. Zero saggistica, neppure leggera. Ai primi tre posti, tre americani: James Patterson, Nora Roberts, Danielle Steel. Fra i classici, vince Il giovane Holden di Salinger, ottimamente piazzato Il buio oltre la siepe di Harper Lee; dei primi venti, altra sorpresa, dieci sono di Daphne Du Maurier e soltanto cinque di quell'istituzione britannica che è Agatha Christie.
Tracy Chevalier, quella di La ragazza con l'orecchino di perla, consulente del sistema bibliotecario inglese, ha commentato così: «avrei dato per scontato che Dan Brown e J. K. Rowling fossero fra i primi dieci, invece non ci sono. Ritengo sia perché le biblioteche non sono precisamente in sincrono con le campagne di marketing degli editor. I bestseller sono onde rapide che si frangono a riva, mentre i libri da biblioteca lavorano su una prospettiva cronologica più lunga. Forse i nostri gusti di lettura sono meno prevedibili di quanto pensino gli editori. A quanto pare, le biblioteche rappresentano il ventre sommerso ed eccentrico della vita inglese»." (da Giovanna Zucconi, Dan Brown non va in biblioteca, "La Stampa", 26/02/'10)

1 commento:

Anonimo ha detto...

Avevo letto un bel romanzo fantascientifico su questo argomento, nulla a che vedere con le ignorantissime elucubrazioni di Dan Brown, il titolo era Black Hole, pubblicato da Mursia, non ricordo il nome dell'autore.
Saluti e complimenti per il buon articolo.