venerdì 11 marzo 2011

Biblioteca Ambrosiana: parte la riforma digitale


"Sfogliare la storia su Internet. Seneca e Piero della Francesca, Petrarca e Boccaccio, Machiavelli e Galileo. «Da una parte dobbiamo conservare documenti delicati, salvarli dal deperimento. Dall'altra vogliamo rendere questo tesoro fruibile al pubblico, secondo l'intento di Borromeo». La soluzione al «paradosso» della Biblioteca Ambrosiana è una formula tecnologica: foto di precisione, collezioni virtuali, cataloghi in Rete. La Veneranda ha avviato la digitalizzazione del suo enorme patrimonio storico-letterario: oltre 36 mila manoscritti, di qui a dieci anni, saranno pubblicati sul Web e condivisi su piattaforme internazionali.
Il progetto si chiama Dai, acronimo di Digital Ambrosiana on Internet. Ma ha anche un costo, 500 mila euro, finanziati per metà dalla Fondazione Cariplo. E il resto? «Abbiamo bisogno di sponsor - dicono alla Veneranda -. Speriamo che l' appello venga accolto». La Biblioteca aperta nel 1609 dal cardinale Federico Borromeo, saccheggiata da Napoleone, gioiello invidiato dal mondo, si avventura in un'operazione modernissima di «promozione culturale» e «diffusione della conoscenza». Dice monsignor Franco Buzzi, il prefetto dell'istituzione, che «i risultati saranno incalcolabili se avremo pazienza e buona volontà». L'ambizione non è fondare una wikipedia della Veneranda, ché le informazioni scientifiche saranno controllate dal collegio dei dottori: «Vogliamo mostrare un patrimonio unico», spiega il presidente dell'Ambrosiana, monsignor Gianni Zappa. Da lunedì, sul sito della Biblioteca, saranno consultabili le prime 115 mila pagine digitali della collezione Trotti e dei manoscritti in lingua araba. Il catalogo sarà aggiornato progressivamente; l'accesso resterà libero fino a dicembre e diventerà a pagamento nel 2012; le copie, grazie a un accordo con De Agostini, potranno essere scaricate e acquistate. «Sostenere la cultura, in questa fase, è una scelta coraggiosa», ricorda Romano Negri (Cariplo). Coraggiosa, e necessaria: «Senza i privati - sottolinea monsignor Zappa - non stiamo in piedi». Il Risorgimento tecnologico è iniziato, nel 2009, con la digitalizzazione dei dipinti (La Canestra di Caravaggio, il Musico di Leonardo, l'Adorazione di Tiziano), passa dalla scommessa sul Codice Atlantico di Leonardo e ora investe i manoscritti. Nel futuro ci sono: un polo bibliotecario, le versioni digitali di stampe e incunaboli, e l'impegno a intrecciare alleanze virtuose che mettano sul palco del mondo l' eredità culturale che fa di Milano, Milano. " (da Armando Stella, Biblioteca Ambrosiana: parte la riforma digitale, "Corriere della Sera", 05/03/'11)

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