mercoledì 25 agosto 2010

The Hunger Games


"Nel fantastico mondo della distopia i bambini sono condannati a combattere fino alla morte, come i gladiatori di una volta, e la guerra civile si gioca tra uno spot e l'altro lanciato in tv dalle fazioni l'una contro l'altra armata. Non è per niente il migliore dei mondi possibili e infatti lo dice la parola stessa: la distopia è un po' la faccia triste dell'utopia. Però in classifica l'ultimo fenomeno della letteratura per ragazzi (che nella patria del politicamente corretto chiamano Young Adults) si vende che è un piacere e in America sono convinti che Mockingjay batterà tutti i record dell'anno piazzandosi dietro alle ragazze che giocano col fuoco di Stieg Larsson. Il terzo volume della saga di Hunger Games è uscito ieri e alla mezzanotte precisa i fan di tutti gli States hanno festeggiato invadendo le librerie per accaparrarsi le prime del milione e duecentomila copie che la casa editrice Scholastic ha preparato per il primo round. Perché la distopia è un piatto che si gusta freddo: il primo volume della serie, Hunger Games appunto, uscito nel 2008 e pubblicato l'anno scorso anche in Italia da Mondadori, riuscì a malapena a piazzarsi al 92esimo posto in classifica. Ma il passaparola su Facebook e una crescente comunità di distopici fan ha spinto prima il seguito Catching Fire direttamente al primo posto e ha poi miracolosomanete recuperato nella top ten, a due anni di distanza, lo stesso Hunger Games. Un successo che si autoalimenta. E che sta trasformando la 47enne autrice Suzanne Collins in una star del calibro della mamma di Harry Potter, JK Rowling, e della generatrice di vampiri, Stephenie Meyer. Un trionfo impensabile fino a poco tempo fa per questa sceneggiatrice di televisione per ragazzi che adesso si costruisce un pedigree letterario e racconta che la sua distopia, a ben guardare, racconta storie che affondano nei miti greci come quello di Teseo e del Minotauro. Il Minotauro qui sarebbe il potere televisivo che si mangia i bambini ma al quale cerca eroicamente di resistere la protagonista della serie, Katniss Everdeen, la 17enne che ha generosamente preso il posto della sua sorellina nelle battaglie sanguinarie in tv. I critici avvertono che infiltrarsi nella trama è pericolosamente insidioso per i fan e i non addetti. Ma il dubbio che tutti sperano di vedere risolto nell'ultima puntata è semplice: si tratta di sogno o realtà? Il futuro distopico esiste davvero (sulla carta del romanzo, s'intende) o è solo frutto (un po' come nell'Inception di Leo DiCaprio) degli incubi dei suoi protagonisti? Meditate, ragazzi, meditate: da The Maze Runner a Incarceron nei negozi s'avanza la carica degli altri libri che scommettono sul boom distopico. Mentre Lionsgate, il gigante hollwyodiano che ha prodotto da Hulk all'ultimo Stallone, ha già opzionato i diritti dei tre volumi di Hunger Games, e la brava Suzanne è lì che combatte ancora con i suoi giovani gladiatori - e la sua nuovissima sceneggiatura." (da Angelo Aquaro, Se ora la distopia batte Harry Potter, "La Repubblica", 25/08/'10)

Nessun commento: