lunedì 16 marzo 2009

X-Phi filosofi del domani. Nella caverna del nuovo pensiero


"Suona un po´ come X Files, ma non è esattamente la stessa cosa, anche se il metodo scientifico rivendicato con forza dall´agente Dana Scully, tutto sommato, potrebbe trovarvi agevolmente il suo posto. X-Phi è l´acronimo che designa la Experimental Philosophy, una tendenza filosofica molto giovane, che si è fatta largo nella cultura anglosassone e che combina la dimensione della riflessione e dell´elaborazione concettuale con una serie di esperimenti pratici e di ricerche quantitative condotte mediante sondaggi e questionari. A rilanciare il dibattito sulla X-Phi, presentata come la corrente più trendy della filosofia contemporanea, è, tra gli altri, un lungo articolo dei filosofi David Edmonds e Nigel Warburton apparso sul numero di marzo di "Prospect", la prestigiosa rivista politico-culturale londinese, in cui gli autori prendono le mosse dai test di una neurobiologa tedesca, Katja Wiech, che ha dimostrato come la somministrazione di scariche elettriche a cattolici osservanti in atto di contemplare un´immagine della Madonna risulti meno dolorosa di quanto accade nel caso di un ateo o di un agnostico. Esiti sperimentali su cui la giovane scienziata si è confrontata successivamente con un gruppo di pensatori convinti che il dato empirico non fornisca un semplice sostegno alla filosofia, ma sia, in qualche modo, il fondamento stesso del fare filosofia. La X-Phi si colloca così nettamente in controtendenza rispetto all´egemonia, sinora incontrastata, esercitata dall´analisi concettuale, e si scontra, quindi, con la tradizione di filosofia analitica dominante nel mondo anglosassone. Ragion per cui si esprime molto attraverso blog e siti (oltre che libri), e viene avversata o liquidata malamente da vari mostri sacri del pensiero angloamericano, suscitando, invece, entusiasmi tra i filosofi più giovani e alimentando una polemica culturale dove anche l´anagrafe gioca la sua parte. Anche se, a onor del vero, pure una star del livello del filosofo del 'cosmopolitismo' (e molto altro) Kwame Anthony Appiah mostra parecchio interesse, dopo avere pubblicato un libro di 'esperimenti di etica', ed essendosi spinto a definirla sul "New York Times" come la 'nuova nuova filosofia'. La filosofia sperimentale vanta una 'scuola' molto dinamica che conta tra i suoi esponenti di punta Joshua Knobe, Shaun Nichols, Neill Levy, al lavoro tra Princeton e Oxford, figure, di cui si parlerà sempre più, che si muovono nei tre ambiti fondamentali, chiaramente interdisciplinari, che ne compongono lo scenario attuale. Ovvero, lo studio, mediante le tecnologie a disposizione delle neuroscienze, dell´attività mentale che si sviluppa quando gli individui si trovano alle prese con un problema di natura filosofica; l´utilizzo, uscendo dalle aule e dagli uffici universitari, di questionari per comprendere le intuizioni e le modalità di ragionamento nella vita quotidiana; e, infine, gli 'esperimenti sul campo', con l´osservazione dei comportamenti e delle reazioni a specifiche situazioni da parte di un individuo, osservato a sua insaputa. Tutto molto anglosassone, per l´appunto. E in Italia? Queste tematiche ricevono una certa attenzione da parte di "Res cogitans", 'sito di filosofia applicata' dedicato a Marco Mondadori, che annovera tra i suoi collaboratori Telmo Pievani, Maurizio Ferraris, Mario De Caro e Nicla Vassallo. A dirigerlo è Simona Morini, docente di Teoria delle decisioni razionali e dei giochi allo Iuav di Venezia (e autrice, con Pietro Perconti, di Email filosofiche, edito da Cortina), che nota come la X-Phi rappresenti 'una sorta di interessante ritorno al passato, alla filosofia morale e alla tradizione del Sei-Settecento. Basti pensare, infatti, che il famosissimo Trattato sulla natura umana di David Hume aveva come sottotitolo: Un tentativo di introdurre il metodo sperimentale di ragionamento negli argomenti morali. Dunque, vari sono gli aspetti positivi: da un lato, i filosofi ricominciano a fare scienza (superando lo specialismo introdotto nell´Ottocento) e, dall´altro, tornano a occuparsi di fatti reali, soprattutto in Italia dove la produzione filosofica negli ultimi tempi è stata orientata per lo più verso l´ermeneutica e la storia. Questi esperimenti, inoltre, tornano al senso comune, ma confutano anche i luoghi comuni. E sprovincializzano la disciplina, attribuendole una dimensione veramente mondiale, mostrandoci, per esempio, come la filosofia del linguaggio contemporanea risulti molto collegata alle lingue occidentali. Naturalmente, ci sono anche i limiti: gli scienziati si rivelano oggi ancora piuttosto deboli sotto il profilo filosofico, e viceversa. Come diceva Robert Hooke: 'La vera filosofia inizia dalle mani e dagli occhi, ma deve procedere con la memoria e continuare con la ragione'. È così che dovrebbe accadere, tornando davvero all´idea del filosofo naturale seicentesco'. E, quindi, se son rose (filosofiche), magari fioriranno anche in Italia ..." (da Massimiliano Panarari, X-Phi filosofi del domani. Nella caverna del nuovo pensiero, "La Repubblica", 15/03/'09)

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