venerdì 6 marzo 2009

Libri: da George Orwell alla Bibbia i classici che fingiamo d’aver letto


"C´è chi dice 'Proust', chi sussurra 'Musil', chi ammette 'Joyce', chi confessa 'Tolstoj', chi ancora 'Svevo', chi, a mezza voce, aggiunge 'Flaubert, Eco, Pavese'. E poi: quante sono le case dove non esiste una Bibbia, il libro più venduto al mondo? Poche, almeno nell´universo occidentale, ma dall´acquistarla a leggerla il passo è lunghissimo. Benvenuti nel mondo dei lettori bugiardi, anzi dei 'non lettori' che citano però con sicurezza incipit e risvolti di copertina di tomi mai aperti e consumati oltre la prima pagina. Con un bel po´ di cattiveria e di british humour, in vista della giornata mondiale del libro, un sondaggio inglese ha 'conteggiato' quanti sono i lettori che confessano di aver mentito dicendo di aver divorato classici in realtà conosciuti soltanto per sentito dire. Una classifica del tutto particolare dove il 65% degli intervistati ammette di aver pronunciato ben più di una bugia, raccontando ad esempio di aver letto 1984 di George Orwell, Guerra e pace di Tolstoj (31%), Ulisse di James Joyce (25%), o la Bibbia (24%). Motivo della bugia? Vergogna per la propria refrattarietà a capolavori così noti, ma soprattutto così lunghi. Una lista a cui Giuliano Vigini, direttore dell´Editrice Bibliografica, ma soprattutto grande esperto di mercato editoriale, aggiunge alcuni nomi notissimi dell´universo del 'non letto', a cominciare da L´uomo senza qualità di Musil, passando per la Coscienza di Zeno di Svevo, Madame Bovary, alcuni 'capolavori italiani come Horcynus Orca di Stefano D´Arrigo, molto citato, quasi mai aperto'. Del resto, dice Vigini, oggi la categoria più diffusa è quella del 'lettore zapping', che vuole arrivare velocemente alla fine del libro, e dopo 30 pagine 'tende a lasciare lì il romanzo, in un mercato editoriale che propone 160 novità al giorno, come non sentirsi spaventati da volumi che sfiorano le mille pagine?'. In realtà si scopre che qualche bugia qua e là l´hanno detta un po´ tutti. Tranne forse Luciana Littizzetto, che confessa 'di aver abbandonato Anna Karenina" talmente tante volte, da poterne citare a memoria l´inizio: "Tutte le famiglie felici si assomigliano; ogni famiglia infelice è invece disgraziata a modo suo"'. Dice Littizzetto: 'No, non ho mai peccato in questo senso, anzi tendo ad arrivare fino in fondo ai libri, anche a costo di indigestioni letterarie. Credo però che i lettori-mentitori siano una categoria in crescita. Del resto basta andare su Google, dare una sbirciatina, rubare qualche frase, ed ecco che si riesce a buttare lì quella citazione che ti fa passare da gran sapiente'. Si confessa invece 'leggermente bugiardo' Paolo Villaggio, che ricorda con ironia 'una sera, a casa di Alberto Moravia, mentii sostenendo di aver letto Proust, era troppo ammettere in quel salotto, tra tutti quegli intellettuali, che la Recherche mi aveva sempre annoiato in modo insopportabile, per non parlare dell´Uomo senza qualità'. Anni dopo, aggiunge Villaggio, 'ho mentito di nuovo spudoratamente, ma questa volta sul film di Spielberg E. T., sembrava davvero un delitto non averlo visto ...'. Ancor più inedita la 'confessione' di un famoso industriale, Mario Moretti Polegato, fondatore e presidente di Geox: 'È successo poco tempo fa: a una cena ero seduto di fianco a una giornalista di moda che per almeno dieci minuti ha tessuto le lodi del bestseller I love shopping ... era talmente entusiasta del libro che non ho avuto il coraggio di dirle che non l´ho mai letto, d´altra parte non è proprio il mio genere'. E se la bugia fosse invece cultura condivisa? 'A volte si mente su libri così famosi, così noti che sembra di averli letti - dice clemente la scrittrice Paola Mastrocola - per quanto mi riguarda sì, credo di aver detto bugie, su Proust ad esempio, mai arrivata in fondo ... Mentire sui libri però, affermando di conoscerli, è sempre meglio che negare di essere appassionati di letteratura. È il paradosso che accade tra i giovani: negano di amare la lettura per non passare per secchioni'." (da Maria Novella De Luca, Da George Orwell alla Bibbia i classici che fingiamo d’aver letto, "La Repubblica", 06/03/'09)

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