lunedì 2 marzo 2009

Le dodici domande di Vikas Swarup


"Molti non se ne saranno accorti, ma a Hollywood l'altro giorno, in mezzo al gruppo festante che agitava gli otto Oscar assegnati a Slumdog Millionaire, c'era anche lui, Vikas Swarup, l'autore del bestseller Q & A (acronimo per question and answer) da cui il film è tratto. Pubblicato prontamente in Italia da Guanda nel 2005 (nella traduzione di Mario Fillioley) con il titolo Le dodici domande, il romanzo è stato ristampato lo scorso mese di novembre (e veleggia sulle 40mila copie vendute), eracconta una storia - farsa, favola e melodramma in un colpo solo - che prima di sfondare al cinema (15milioni di dollari e 100 d'incasso, finora e solo negli Stati Uniti) era stata tradotta in 37 lingue. Swarup è un diplomatico indiano, ora in servizio in Sudafrica. Le dodici domande è il suo primo romanzo. Un secondo, annunciato lo scorso anno a Torino nel corso di un convegno organizzato dal Grinzane [...] uscirà in settembre sempre da Guanda. In inglese si intitola Six Suspects ed è un thriller di grosso taglio (500 pagine), già prenotato dalla Bbc Films, e nato dall'incontro - è stato scritto - tra la penna di Agatha Christie e quella di Elmore Leonard. E anche, aggiungiamo noi, con qualche somiglianza con The Five Red Herrings (Cinque piste false) di Dorothy L. Sayers. Six Suspects è ambientato a Delhi e a raccontare la storia è un giornalista investigativo. Scelta felice e stilisticamente quasi obbligata, perché l'intera vicenda, con gli annessi e connessi che ciascuno degli indagati porta con sé, riecheggia una serie di fatti di cronaca realmente avvenuti in India. I romanzieri indiani continuano a essere sulla cresta dell'onda, e ultimo nell'ordine si può citare Aravind Adiga che ha di recente vinto il prestigioso Man Booker Prize con La tigre bianca (Einaudi), ma chi se ne intende sostiene che Swarup è da considerarsi - insieme a Vikram Chandra - un pioniere della crime fiction. Segno, forse, aggiungiamo noi, che al cliché del fatalismo orientale si va sostituendo, anche in letteraura, il gusto per l'indagine dei rapporti tra causa ed effetto. Se il primo libro di Swarup era una riflessione sul destino e la necessità, Six Suspects ci porta in un ambito in cui due più due fa quattro. E l'India, non dimentichiamolo, è sempre stata patria di grandi matematici." (da Luigi Sampietro, Otto Oscar, un omicidio e sei sospetti, "Il Sole 24 Ore Domenica", 01/03/'09)

Nessun commento: