martedì 30 dicembre 2008

Nobel e scrittori sfidano la Cina: 'Liberate il dissidente Liu Xiaobo


"Umberto Eco e Salman Rushdie, Nadine Gordimer e Wole Soyinka. E poi altri 146 nomi: premi Nobel, letterati, ativisti per i diritti umani. Ha raccolto 150 firme da tutto il mondo l'appello lanciato da Human Rights Watch per la liberazione del dissidente cinese Liu Xiaobo, arrestato dal Governo di Pechino per aver scritto un documento con cui chiedeva ai responsabili cinesi di concedere ai loro cittadini quei diritti di cui la dichiarazione universale dei diritti umani si fa portatrice: libertà di stampa e di espressione, libertà religiosa e tutti gli altri principi di un vero Stato di diritto. 'E' urgente che la leadership centrale cinese assicuri che nessuno venga arrestato o molestato semplicemente per aver espresso pacificamente le proprie opinioni - recita il testo della lettera, inviata al presidente Hu Jintao - è allo stesso modo urgente che le autorità giudiziarie in tutta la Cina cessino di usare la legge anti-sovversione per perseguitare chi muove critiche in modo pacifico, come Liu Xiaobo che dovrebbe essere rilasciato immediatamente e senza condizioni'. Ex professore dell'Università di Pechino, sceso in piazza accanto agli studenti che nel 1989 si ribellarono in Piazza Tienanmen, rinchiuso in carcere per quasi due anni quando il movimento venne represso, Liu ha oggi 53 anni: è stato arrestato a inizio dicembre. Decine di poliziotti hanno fatto irruzione in casa sua e sequestrato libri, dischetti, computer e appunti dopo che l'uomo aveva firmato, insieme ad altri 300 intellettuali, un documento noto come Carta 08, manifesto del dissenso contro il Governo. Da allora di lui si è saputo poco o niente e gli attivisti di Human Rights Watch temono che questo sia il preludio a un altro lungo periodo di detenzione: 'Liu Xiaobo è il più importante dissidente cinese degli ultimi 10 anni - ha detto Brad Adams, direttore per l'Asia di Human Rights Watch - il suo arresto può essere interpretato come un avvertimento ad altri dissidenti, ma può anche indicare un irrigidimento contro le aspirazioni della gente cinese'. Nei giorni scorsi anche l'Unione Europea aveva espresso preoccupazione al Governo cinese per l'arresto del dissidente, ma nessuna pressione internazionale sembra finora scalfire la durezza di Pechino. 'La Cina si oppone a ogni ingerenza internazionale nei suoi affari interni che viene fatta in nome dei diritti umani', ha detto ieri un portavoce del Ministero degli Esteri. Come a dire che per Pechino il discorso sulla sorte di Liu Xiaobo è chiuso." (da Francesca Caferri, Nobel e scrittori sfidano la Cina: 'Liberate il dissidente Liu Xiaobo, "La Repubblica", 24/12/'08)

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