martedì 30 dicembre 2008

Il libro ci salverà? Ecco le feste piene di libri


"Il libro ci salverà? Nel clima funerario che avvolge l´economia, con i consumi in caduta verticale rispetto al Natale precedente, segnali rassicuranti arrivano dalle librerie, piene zeppe sotto le feste a dispetto delle più cupe previsioni. Al tempo della crisi, quello strano oggetto con cui metà degli italiani non ha per niente confidenza, e l´altra metà scarsa dimestichezza, viene inaspettatamente promosso a ultimo bene rifugio: non solo come regalo identitario, da donare con modica spesa; ma anche come unico approdo possibile, al quale aggrapparsi spaesati per poi ricominciare. In assenza di cifre definite - ancora troppo presto per tracciare bilanci certi - intervengono le testimonianze degli editori, omogenee nel rilevare la tenuta dell´editoria libraria all´urto della crisi. E a riscuotere maggiori consensi non sono titoli frivoli o d´intrattenimento, ma saggi pensosi o di contenuto spirituale, dalle analisi del Nobel Krugman alle meditazioni in forma di ricordo di padre Enzo Bianchi, dai grandi affreschi sociologici di Zygmunt Bauman alle riflessioni su vita e morte del cardinal Martini. Che la crisi ci costringa a rivedere le nostre abitudini? Da Mondadori a Laterza, dal gruppo Mauri-Spagnol a Feltrinelli, i nostri publisher concordano nel restituire un ottimo andamento del mercato librario italiano. A differenza di quel che accade altrove. 'Il 2008 è andato bene, meglio delle previsioni', dice Gian Arturo Ferrari, direttore generale della Mondadori, il primo gruppo italiano. 'La crisi da noi non si è manifestata con la virulenza che ha avuto in altri paesi. Negli Stati Uniti ad ottobre il mercato è crollato di circa il 15 per cento e poi non si è più ripreso. In Spagna è crollato sempre con percentuali a due cifre a partire da settembre. Da noi c´è stata una flessione ma molto più contenuta nella seconda metà di settembre e poi, ancora inferiore, nel mese di ottobre. Ma dopo il mercato si è ripreso'. Anche a Segrate i conti registrano un incremento: 'Nel 2008 le nostre case editrici trade - fatta esclusione dunque per la scolastica, le vendite congiunte, il canale edicola e le attività non editoriali di Electa - raggiungeranno un fatturato di copertina netto rese di circa 482 milioni di euro. Circa l´1,5 % in più rispetto al 2007'. Un quadro dai contorni ancora più rosei proviene da Stefano Mauri, alla guida della costellazione ereditata dal padre Luciano e da lui ancora accresciuta (un fatturato dichiarato più 7% rispetto al 2007). 'Stando ai dati censiti settimanalmente da Nielsen, le vendite in libreria non si sono fermate neppure nelle settimane più nere della Borsa. E dai primi risultati il Natale appare un trionfo'. Segnali d´un mercato dinamico arrivano da Carlo Feltrinelli, che registra un incremento di fatturati sia nelle librerie (più 7 %) che in casa editrice (tra il 5 e il 6 %). E a partire dal 2009 annuncia grandi progetti affidati, pur in un quadro poco sereno, a una permanente fiducia nella lettura. 'Apriremo una libreria di 2.700 quadri nella stazione centrale di Milano: spazi analoghi sono programmati nelle stazioni di Napoli e Torino. E in giugno sarà inaugurato a Genova un nuovo modello di libreria integrata, il megastore finora più avanzato: libri, dischi, dvd, caffetteria e molte altre cose. Per noi sarà un anno carico di impegni, nonostante le brutte avvisaglie che arrivano dagli Stati Uniti. Ma io continuo a credere nel libro e nelle sue possibilità'. Le ragioni di questa tenuta possono essere differenti. Di natura merceologica, ma anche di carattere culturale. 'Il libro ha il vantaggio di essere ad altissima identità', interviene Giuseppe Laterza, editore di saggistica di qualità 'premiata' dalla crisi (il 2008 si chiuderà in linea con l´anno precedente, tra i più brillanti per la casa editrice nell´ultimo ventennio). Nello scaffale degli autori più richiesti figurano il sociologo Bauman, profeta della società liquida, e uno storico come Christopher Duggan, artefice di un monumentale saggio sulla nostra identità nazionale irrisolta. 'A differenza di altri oggetti', spiega Laterza, 'il libro identifica chi lo regala e chi lo riceve, per giunta a un prezzo molto contenuto'. La libreria Laterza, a Bari, ha registrato sotto le feste un 10% in più di venduto. 'Nel paniere di una società del benessere', interviene Stefano Mauri, 'ci sono beni ben più voluttuari di un libro, che a conti fatti ha un costo orario assai basso in cambio di un intrattenimento molto gratificante. Un costo cresciuto meno dell´inflazione negli ultimi anni'.
Ma alla spiegazione mercantile s´aggiunge un´analisi più profonda. 'Quando accadono grandi eventi che colpiscono l´opinione pubblica', dice Laterza, 'i libri sono strumenti essenziali per capire cosa succede. Dopo l´11 settembre aumentarono le vendite del Corano: i lettori vi cercavano le spiegazioni più complesse. Lo stesso accade ora con la crisi economica. Le persone vogliono capire in che cosa abbiamo sbagliato e come cambiare'. L´enorme frastuono di un´informazione televisiva sciatta, superficiale e spesso strumentale ti spinge a cercar riparo in altri luoghi. 'Si cercano analisi meno mistificatorie e superficiali di quelle propagandate dai talk show', dice Oliviero Ponte di Pino, direttore editoriale di Garzanti e autore del recente I mestieri del libro. È venuto il momento di prendersi una pausa di riflessione. 'La gente ha bisogno di pensare, ritrovando una dimensione spirituale', dice Ernesto Franco, direttore editoriale di Einaudi. 'Non è casuale il favore racccolto dai libri di padre Bianchi o del chirurgo Atul Gawande, che invitano a prendersi cura dei valori più profondi'. Siamo dinanzi a un mutamento culturale? Il timoniere di Segrate, Gian Arturo Ferrari, suggerisce cautela. 'Non esistono generi favoriti o sfavoriti dalla crisi', anche se i lettori tendono a premiare 'libri che colgono meglio di altri il senso della crisi', da qui 'il successo del volume di Tremonti e la buonissima accoglienza riservata al saggio di Carlo De Benedetti e Federico Rampini'. A livello più generale, secondo Ferrari, il fenomeno in assoluto più rilevante è quello dei megaseller, libri che superano il mezzo milione di copie e molto spesso il milione. 'E´ un fenomeno ancora tutto da studiare, ma di fatto determina il risultato delle case editrici'. Il riferimento è al milione di copie venduto da Paolo Giordano e ai due milioni raggiunti da Roberto Saviano: ma, a guardar bene, specie Gomorra rientra a pieno titolo nel genere di libri che fanno pensare. Megaseller e impegno non sono dunque incompatibili. Il libro resiste alla crisi anche perché quello italiano rimane un mercato ancora esiguo. 'Siamo protetti dalla nostra arretratezza', sintetizza Ferrari. 'Non abbiamo mass market, a leggere libri regolarmente siamo cinque milioni, un decimo della popolazione adulta. Ma siamo cinque milioni di persone con un livello di istruzione elevato e di elevato livello socioeconomico. Non rinunciamo ai libri'. Siamo un paese di non leggenti, ma con un´invidiabile nicchia di lettori forti, tra le più alte in Europa. 'Pur contenuto', suggerisce Laterza, 'il nostro s´è rivelato un settore solido, che in questi anni ha resistito alla concorrenza del web e dei quotidiani con i libri allegati'. Un mercato stabile, osserva Giovanni Peresson dell´Aie, 'che pur registrando modesti incrementi nei fatturati, negli ultimi anni ha dato vita a uno straordinario indotto di film, dvd, programmi satellitari'. Piccolo, ma prolifico. Il 'piccolo' appare la misura favorita dalla crisi, che sembra penalizzare le vendite nei supermercati, 'meno frequentati quando il piatto piange', dice Mauri, dall´osservatorio delle Messaggerie. Gli scaffali tradizionali tornano a essere luoghi di festa per il libro, come conferma una libreria storica di Bologna, la Giannino Stoppani, specializzata nell´editoria per ragazzi. 'I lettori arrivano profondamente motivati, non solo spinti dalla necessità di risparmiare', dice Silvana Sola. 'Sotto Natale abbiamo respirato un´atmosfera di attenzione e calore che ci conforta nella nostra scelta ormai venticinquennale'.
Previsioni per l´anno che viene? Qui i toni si fanno più prudenti. Unico dato certo, le prenotazioni dei nuovi titoli sono sensibilmente calate. 'I librai hanno tagliato del 10% sulle loro normali abitudini, che sono sempre caute al principio dell´anno', spiega Mauri. 'Ma per sapere come andrà a finire, bisognerebbe avere la sfera di cristallo'. Secondo Ferrari, è probabile un calo di qualche punto in percentuale, 'più per la possibile mancanza di megaseller, che per la crisi'. In generale si attende guardinghi. Nella speranza che a salvarsi nel maremoto dell´economia sia proprio il 'consumo meno consumistico'. Uno dei pochi, da cui ricominciare." (da Simonetta Fiori, Ecco le feste piene di libri.
E arrivano nuove librerie, "La Repubblica", 29/12/'08)

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