mercoledì 10 dicembre 2008

John Milton, l'angelo della libera stampa (1608-2008)


"'Libertà va cercando, ch'è sì cara, / come sa chi per lei vita rifiuta'. Le parole che Virgilio rivolge a Catone nel primo canto del Purgatorio riecheggiano idealmente nell'Areopagitica. John Milton indirizzò al Parlamento inglese (1644) questo 'discorso a favore della libertà di stampa senza censura' nel pieno di una guerra civile che avrebbe portato all'abolizione della monarchia (1649) e al riconoscimento dell'Inghilterra parlamentare come 'Commonwealth or Free State'. Dà notizia - l'unica che possediamo in proposito - di una visita, avvenuta a Firenze nel 1638, a Galileo Galilei 'prigioniero dell'Inquisizione'; e, poco dopo l'inizio, afferma che 'E' quasi uguale uccidere un uomo che uccidere un buon libro. Chi uccide un uomo uccide una creatura ragionevole, immagine di Dio; ma chi distrugge un libro uccide la ragione stessa, uccide l'immagine di Dio nella sua essenza'. [...] Milton, che nella storia della lingua inglese è lo scrittore che l'ha arricchita con il maggior numero di termini, è l'inventore della parola composta 'self-esteem'. Una nozione e una dimensione, a sentire gli psicologi moderni, che è necessaria per vincere la paura del mondo e sviluppare quel rispetto del prossimo che è alla base di ogni civiltà. Non bisogna dimenticare che Milton fu la lettura preferita di due futuri presidenti degli Stati Uniti: John Adams e Thomas Jefferson. I quali furono, rispettivamente, l'autore della 'State Constitution of Massachusetts', in seguito presa a modello in altri Stati per la sua 'Carta delle libertà'; e il principale sostenitore della 'Carta dei diritti' (i primi dieci emendamenti della Costituzione del 1791)." (da Luigi Sampietro, L'angelo della libera stampa, "Il Sole 24 Ore Domenica", 07/12/'08)
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