Biblioteca civica "MINO MILANI" bibliogarlasco@yahoo.it tel. 0382/801009 "Le paradis, à n'en pas douter, n'est qu'une immense bibliothèque" (Gaston Bachelard) SELEZIONE DI ARTICOLI SULL'UNIVERSO-LIBRO
giovedì 14 febbraio 2008
"Quella lunga storia del complotto ebraico"
"Questo documento anonimo contro la 'lobby ebraica' è cosa grave ma non seria. Non più dei cori nazistoidi alle partite di calcio. Certo, anche le cose non serie fanno male e possono essere pericolose. L´antisemitismo italiano non era 'serio' come il razzismo naturalistico tedesco col quale rivaleggiava: le sue radici erano nell´antigiudaismo cristiano con la sua preghiera per i 'perfidi' Giudei e nella versione idealistica dell´idea della superiorità razziale. Eppure ha fatto molto male e la retorica istituzionale delle giornate della memoria non ne ha nemmeno sfiorato le radici, anche perché l´orizzonte storico del 'secolo breve' è troppo breve per la variante italiana dell´antisemitismo. Intanto, nel venir meno delle forme tradizionali di trasmissione dell´esperienza – la famiglia, la scuola – la smemoratezza generale ci pone davanti al riaffiorare di frammenti che l'archeologia del nazifascismo e quella dello stalinismo riconoscerebbero come loro ma che sono esibiti con candida e orgogliosa ignoranza: di qua le adunate in camicia verde, il culto della terra e del fiume natio, di là l´antisionismo urlante delle manifestazioni di piazza che confonde gli ebrei con lo Stato d'Israele e lo Stato di Israele coi suoi governi. La tragedia si ripete come farsa, ancora una volta. Ricordare le tragedie potrà evitare che la farsa si rovesci di nuovo in tragedia? Proviamo.
Una lobby influente, un partito di intellettuali, un nemico nascosto: non sono la stessa cosa ma possono allearsi, sovrapporsi, fondersi in una sola entità. È già avvenuto. Il collante che li ha saldati e continua a saldarli è lo stesso: l´ossessione del pericolo ebraico. Per riconoscere la differenza radicale di quella che era l´unica presenza religiosa diversa consentita e per evitare il pericolo che portava con sé – pericolo di inquinamento, di infezione, di deliberata e segreta aggressione – la società cristiana europea fissò regole rigide: segni speciali sugli abiti, restrizioni spaziali (ghetti), divieti severissimi di rapporti e di scambi, soprattutto di sangue e di sesso. Ma questo sistema entrò in crisi quando e dove gli ebrei cessarono di essere tali e vennnero battezzati con nomi cristiani (in forma forzata e collettiva in Spagna nel 1492, subito dopo in Portogallo). A partire da questo momento, con la scomparsa della segregazione e della visibilità della differenza religiosa, nacque l'altra grande molla dell'odio, l'idea della differenza di sangue: sangue puro ('limpio') quello dei cristiani d'annata, impuro quello dei 'nuovi'. Per evitare ogni rischio di legami parentali dei primi coi secondi ci fu chi ebbe l'idea di fare una lista dei nomi già in uso nelle famiglie di ebrei coi nomi nuovi assunti dopo il battesimo: nacque così il Libro verde dell'Aragona. Insieme ai nomi vi erano riportati i documenti (apocrifi) di una congiura organizzata dagli ebrei spagnoli d´accordo con gli ebrei di Costantinopoli. Ecco i termini del complotto: gli ebrei si erano decisi a battezzarsi ma allo scopo di mandare in rovina chi li costringeva a farlo. Si erano detti: 'ci tolgono i nostri beni? allora i nostri figli faranno i mercanti e manderanno in rovina i cristiani; ci tolgono la vita ma i nostri figli faranno i medici e li faranno morire fingendo di curarli; ci distruggono le sinagoghe ma i nostri figli diventeranno sacerdoti cristiani e manderanno in rovina la loro chiesa'.
Non era la prima volta che la paura di congiure ebraiche si diffondeva in Europa. Ma questa volta gli ebrei erano doppiamente minacciosi perché irriconoscibili, nascosti sotto nomi e comportamenti di cristiani. E l'immiserita società iberica era pronta a scatenarsi contro la minoranza ricca, colta e intraprendente dei 'marrani' (gli ebrei convertiti): non più diversi per religione, dovevano diventare diversi per sangue. Era l'embrione del moderno antisemitismo. Il successo fu inevitabile: la capacità di spiegare tutti i mali del mondo con una causa elementare e vicina possedeva l´invincibile fascino della semplificazione. Il movimento complicato e imprevedibile dei processi storici si chiariva come la realizzazione del lucido programma di una minoranza in possesso di speciali mezzi di pressione – il danaro, la cultura. Quest'idea fu ripresa con obbiettivi mutati negli anni della Rivoluzione francese dalla celebre tesi del reazionario abate Barruel: per lui tutto quello che stava accadendo di terribile era il risultato della cospirazione di una setta dominata da Voltaire e da Rousseau.
La lista dei nomi è il parto della sorella stupida della semplicità: la semplificazione. Ma ancor più stupido sarebbe sottovalutare la funesta efficacia di questa caricatura della spiegazione. Si pensi al prodotto di questa tradizione più vicino a noi, il famigerato apocrifo dei Protocolli dei Savi di Sion, della cui origine e diffusione sappiamo ormai tutto anche se questo non impedisce che lo si continui a usare come strumento di aggressione antisemita. Nell´edizione italiana (L'Internazionale Ebraica. I 'Protocolli' dei 'Savi anziani' di Sion, versione italiana con appendice e introduzione, Roma, 'La vita italiana', direttore Giovanni Preziosi, 1938. XVI dell'era fascista) recava in appendice un elenco per cognomi di 9800 famiglie di ebrei. Preziosi non l´aveva costruito, lo aveva preso in prestito. Nel 1938 quell´elenco diventava un'arma: le leggi razziali volute da Mussolini e firmate dal re nel settembre di quell'anno furono la vittoria di quello speciale razzismo e antisemitismo italiano che era robustamente radicato nella cultura accademica e nell´ostilità cattolica ai 'perfidi giudei'. Un elenco di nomi: quanto potesse servire a denunzie interessate e premiate lo si vide subito. Ma tutto questo non è forse sprofondato nel gorgo di Auschwitz e della Shoah? Michele Battini ricordò anni fa ("Il Foglio", sabato 6 nov. 2004) che tutta la letteratura culminata nelle leggi razziali – non solo giornalisti e retori del nazionalismo fascista, ma medici, antropologi, biologi che avevano attinto all'antigiudaismo cristiano rappresentato da figure di primo piano della Chiesa degli anni Trenta – 'sembra scomparire nel nulla dopo il 1945'; che era intervenuta la grande cesura di una Chiesa cattolica che aveva rinunciato alla 'tentazione di sostituirsi a Israele' chiedendone la conversione; in conclusione – e su questo si può essere ancora d'accordo con lui - quello che oggi rimarrebbe è un antisemitismo che ha cambiato natura, è l'antisionismo come avversione allo Stato d'Israele, eredità dello stalinismo del passato e frutto dell'islamismo fanatico del presente. Ma – anche Battini lo ammetteva - il fantasma del complotto immaginario con la sua disarmante semplicità è sempre attraente e la tradizione dell'antisemitismo è di quelle che producono sempre nuovi germogli quando se ne creano le occasioni." (da Adriano Prosperi, Quella lunga storia del complotto ebraico, "La Repubblica", 12/02/'08)
La Shoah in Italia di Michele Sarfatti (Einaudi, 2005)
Il posto degli ebrei di Amos Luzzatto (Einaudi, 2003)
Il fascismo e gli ebrei. Le leggi razziali in Italia di Enzo Collotti (Laterza, 2002)
La tentazione dell'oblio. Razzismo, antisemitismo e neonazismo di Franco Ferrarotti (Laterza, 2001)
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento