venerdì 23 novembre 2007

Patrick MCGRATH, Trauma: "Le mie ossessioni? Le nascondo nei libri"

"Come ormai avrete compreso, sono uno psichiatra. Ho scelto questa professione a causa di mia madre. E non sono l'unico. Sono le madri che hanno spinto la maggior parte di noi verso la psichiatria: di solito, perché le abbiamo deluse."

"Il precedente romanzo di Patrick McGrath (Follia, Adelphi, 1998) si svolgeva in un manicomio e raggiungeva una tensione quasi insostenibile nel suo procedere lungo lo stretto sentiero tra ragione e follia. Questo appena pubblicato si intitola Trauma (Bompiani) ed esplora anch'esso i meandri della mente umana, nonché i difficili rapporti degli uni con gli altri soprattutto all'interno di una famiglia. L'atmosfera però è diversa. In quello precedente, ambienti ristretti e rapporti chiusi. Qui il movimentato scenario di new York, mirabilmente raccontata nell'afa come nel gelo invernale, i suoi dintroni, le montagne del Catskill nella parte nord dello Stato. Le angustie psichiche però sono le stesse e chi s'appassiona alle storie che tagliano col bisturi le emozioni profonde e quelle rimosse troverà in Trauma abbondante materia. Il protagonista è Charles Weir, uno psicoterapeuta, il cui paziente Danny, sia stata imperizia o fatalità, è morto suicida. Danny non era un paziente qualsiasi, bensì il fratello della moglie Agnes, appena tornato dall'orribile guerra del Vietnam dove s'era macchiato di uno dei delitti più abominevoli, mangiando carne umana. La morte di Danny causa la rottura del matrimonio con Agnes, mentre la relazione con la figlia resta affettuosa, ma molto difficile. Charles ha un fratello, Walter, pittore di buona fama, che è sempre stato il preferito in famiglia. Il nostro psicoterapeuta s'imbatte con sospetta casualità in Nora Chiara, una giovane donna minuta, che sprigiona un'incredibile sensualità. I due diventano amanti, ma in un rapporto che, appena spenta la fiamma dei sensi, si rivela molto conflittuale perché Charles ha il sospetto (giustificato) che la ragazza vada a letto con il fratello Walter. Ometto altri dettagli relazionali tra i vari personaggi, sempre molto complessi, per arrivare al nocciolo del racconto: Charles, che cerca di scacciare i demoni dalla mente altrui, è egli stesso abitato da un trauma enorme, così profondamente radicato nel suo inconscio da arrivare a scoprirlo solo nelle pagine finali, con un effetto devastante che imprime alla storia un emozionanate risvolto finale dopo tutte le emozioni assaporate nel corso della vicenda. 'Medice cura te ipsum' si potrebbe dire. McGrath ha scritto un racconto più articolato del precedente, forse addirittura troppo. Questo fa di Trauma un romanzo che dovrebbe piacere notevolmente: pochi spettacoli sono più affascinanti di una qualche occhiata gettata nel pozzo oscurissimo della mente umana." (da Corrado Augias, Dalla follia al trauma, il ritorno di McGrath, "Il Venerdì di Repubblica", gennaio 2008)
Presentato in Italia, in anteprima mondiale (CorriereDellaSeraCultura)
Patrick McGrath (da FantasticFiction)
McGrath nel catalogo Adelphi

4 commenti:

Anonimo ha detto...

Scusate probabilmente l'ho letto di fretta e con scarsa attenzione ma in quale momento si capisce senza ombra di dubbio che la moglie e la figlia sono morte? Spero che qualcuno mi dipani questo dubbio perchè sto seriamente dubitando della mia capacità di comprensione

Anonimo ha detto...

Anch'io l'ho appena letto e non ho capito niente...ank'io dubitavo della mia capacità di comprensione...cmq lo rileggerò...

Anonimo ha detto...

necessita di verificare:)

Anonimo ha detto...

necessita di verificare:)