lunedì 12 luglio 2010

Senza scrittori ma con i blogger


"Era già accaduto nella settimana tra Natale e Capodanno, con un post sul blog della giornalista di Repubblica Loredana Lipperini, Lipperatura dedicato al tema del fantasy. Una discussione durata una settimana, con co-protagonista il critico letterario Andrea Cortellessa, solo contro tutti (con fior di conoscitori del fantasy ...).
Si è ripetuta questa settimana, dopo il post dedicato al dvd, realizzato sempre da Cortellessa, intitolato Senza scrittori (ne riparleremo), sulla situazione della letteratura italiana e i meccanismi del mercato editoriale. E' seguito un diluvio di commenti, punti di vista e al solito, insulti e improperi: oltre 800 e si continua ancora. Tanto che, a un certo punto, per rendere più leggibile l'intera discussione si è deciso di trasporla - sotto gli auspici di Wu Ming - in formato .pdf (l'effetto carta facilita la lettura, meglio del rotolone schermaceo, come è stato definito lo scorrere sul video dei commenti): scatenando, manco a dirlo, altre polemiche. Stavolta non letterarie ma tra chi non voleva finire in un 'simil-libro', chi non voleva che fosse manipolato o ereditato alcunchè, chi riteneva arbitraria l'operazione. La controversia si è spostata così da 'letteratura & mercato' a una metadiscussione su come (e cosa vuol dire) fare critica sul web.
Forse le due cose non sono così distanti. E occorre rifletterci, per verificare verso quali direzioni si muova la critica letteraria (o meglio, la discussione pubblica sulla letteratura) e per capire come, per l'ennesima volta, questa disputa sui blog mostri insieme i limiti e le potenzialità della critica online.
Un passo indietro. Del film di Cortellessa si è parlato (quasi tutti) solo per sentito dire: pochissimi l'avevano visto. Il dibattito si è subito spostato su scenari più ampi. Una deviazione tipica - e piuttosto fastidiosa - del modo di parlare online: più che dell'oggetto in sé si commentano i commenti degli intervenuti e si agisce come se ogni volta si dovesse ricapitolare un'intera visione del mondo. Tant'è. Il fatto però che, da subito, nel confronto si sia infilato lo stesso Cortellessa è uno dei tipici punti di forza del web sulla carta (è presente l'autore, che ha ribadito i suoi convincimenti da una posizione, fino a un certo punto, oggettivamente di forza).
Gli interlocutori del critico erano moltissimi, ma pochi di qualità: sicuramente Wu Ming, il collettivo che da anni gestisce un altro dei blog letterari italiani più interessanti, molti altri - spesso celati da insulsi nickname (sì, lo sappiamo, è una regola della Rete, ma resta il fatto che l'anonimato quando si prende la parola o, peggio, si insulta qualcuno, è vigliacco) - non certo all'altezza. 'Sì, il dibattito sì - dice Cortellessa -. Internet dà la possibilità di discutere, anche costruttivamente, e riempie un vuoto che su altri mezzi non si riesce più ad avere'. Ma non ha, spesso, la stessa autorevolezza.
Cortellessa è uno dei pochi critici abituati alla Rete, pur avendo solida formazione 'tradizionale' ed essendo accademico. Il pregevole volume di Giulia Iannuzzi, L'informazione letteraria nel web (Biblion edizioni) aveva fotografato i siti migliori (e concordiamo) sull'argomento: Nazione indiana, Carmillaonline, Wu Ming Foundation, Il primo amore (collettivi e tutti contraddistinti da una forte spinta all'impegno civile), il citato Lipperatura e Vibrisse dello scrittore Giulio Mozzi.
La loro esistenza ha di fatto tolto forza alle riviste letterarie cartacee (e si veda l'ottimo spunto di Nazione indiana sulla condizione di scrittore oggi in Italia): tanto che la neonata "alfabeta2" non avrebbe potuto fare a meno del sito (e se dovessimo scommettere sulla sopravvivenza di una delle due forme ...) e la stessa "Riga", benemerita rivista-libro, con regia di Marco Belpoliti, sta pensando a un allargamento online.
Gestire le discussioni sui blog è delicato. La stragrande maggioranza di chi interviene scambia il blog con il bancone del bar e, infatti, la legittimità all'intervento (Internet è sommamente democratica), anche nell'ultima discussione su Lipperatura, è stata messa in dubbio da qualcuno. E' vero: molti commentatori sono dilettanti e si vede lontano un miglio che non sanno di cosa parlano (specie quando si avventurano in analisi dell'editoria): nel complesso rendono più debole l'insieme della discussione anche se, ovviamente, hanno tutto il diritto di intervenire. Forse è per questo, mancanza di trasparenza nei nomi, impossibilità di editing degli interventi, che i blog non hanno ancora trovato su questo terreno della critica letteraria l'autorevolezza di un giornale cartaceo. Peccato. Ma magari ci sbagliamo.
Eppure, convinti come siamo che sempre più su Internet vincerà la qualità dell'informazione, prima ci si libera del ronzio di fondo, meglio sarà. A meno che non si voglia ammettere che il discorso critico non sia solo una questione di 'mi piace-non mi piace'. Indietro non si torna, è evidente. Sarebbe bello, perciò, andare avanti. I critici, i giornalisti e i lettori più svegli ci stanno provando. Anche se la sensazione di perdere tempo ogni tanto si farà strada ..." (da Stefano Salis, Senza scrittori ma con i blogger, "Il Sole 24 Ore Domenica", 11/07/'10)

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