venerdì 24 ottobre 2008

E' la stampa bellezza! di Giorgio Bocca


"Si intitola E' la stampa bellezza! il nuovo libro di Giorgio Bocca dedicato al giornalismo (Feltrinelli). Un atto d'amore per il mestiere, ma anche bilancio amaro delle sue trasformazioni. Oltre mezzo secolo in redazione (o, meglio, fuori dalle redazioni) raccontato secondo uno stile inconfondibile, appassionato e insieme feroce verso vanità, nevrosi, megalomanie di una professione complicata. Dalle prime esperienze nel quotidiano "Giustizia e libertà" alla "Gazzetta del popolo", da "L'Europeo" a "Il Giorno" e infine "La Repubblica", quella di Bocca è una testimonianza sull'età dell'oro, 'l'elogio e la nostalgia del giornalismo di inchiesta, fatto da chi tenta di capire cosa sta accadendo nel mondo e lo scrive'. Le sue cronache sul Paese che cambia nutrono i libri di storia italiana, oggi prevalgono i giornalisti pubblicitari che si occupano dei desideri e dei sogni'. Ti arrabbi quando leggi i quotidiani? 'Moltissimo. Mi colpisce la mancanza di una coscienza etica. Io ho partecipato a un giornalismo che, venuto dopo la tragedia della dittatura e della guerra, aveva una forte funzione morale: la ricerca della verità prima che dello spettacolo, dell'essenziale prima che delle mode. La scrittura poi ...'. Come sono scritti i giornali italiani? 'Inzeppati di parole straniere e di gerghi specialistici, con abbreviazioni e allusioni ermetiche, più che a un linguaggio comune assomigliano a vaghe indicazioni stradali. Rimpiango la chiarezza di stampo einaudiano, un giornalismo senza aggettivi'. Quando hai realizzato di essere diventato Giorgio Bocca? 'Al "Giorno", quando cominciai a scrivere di politica. La politica l'avevo fatta da partigiano, ma non nei giornali. Iniziai con Italo Pietra ed ebbi la sensazione di immettermi nel flusso della storia. A Pietra e poi a Scalfari devo la mia fortuna giornalistica'. [...] Non hai mai voluto fare il direttore. Perché? 'Nella guerra partigiana avevo guidato una divisione di Giustizia e Libertà. Tutte le volte che ordinavo un'azione, c'era sempre qualcuno che mugugnava. Da allora non ho più voluto avere responsabilità di comando'. Tra i difetti della professione riconosci anche una dose di cinismo. 'Non ho il culto del cinismo perché può diventare insopportabile, però capisco che è la forza segreta del mestiere'. [...] " (da Simonetta Fiori, Da masochista amo questo bel mestiere, "La Repubblica", 24/10/'08)

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Giornalisti come il Dottor BOCCA purtroppo si contano sulle dita di una mano, anche per motivi anagrafici ma, soprattutto, per la prevalenza di pavidità ed opportunismo che attanaglia l'attuale mondo giornalistico italiano e non solo. Da sempre i libri del Signor BOCCA rappresentano la codificazione per comprendere, al meglio, questo complesso meccanismo. Dopo Biagi, Buzzati, Longanesi, Malaparte, Montanelli, Monelli, Piazzesi, Prezzolini ed altri, Bocca è la Voce alla quale dovremmo dare più ascolto ed attenzione perchè per amare il nostro Paese abbiamo sempre più bisogno di persone scevre di pseuda libertà ma di libertà vera!!!

Anonimo ha detto...

Nel periodo descritto alla Gazzetta diverse errate interpretazioni (vedi Solaro impiccato in corso Vinzaglio e non in corso Valdocco) Ippocastani... mai visti... Battuta di Gatto era la considerazione di tutta la redazione de l'Unità... tradotta in battuta per addolcire il disagio di Bocca. All'Unità c'era e non c'era lo stipendio, mentre... Fidarsi è bene, non fidarsi è meglio. O no?