venerdì 10 ottobre 2008

Le Clezio: per Citati è una scelta mediocre


"Pietro Citati non usa mezzi termini: 'Quella di Le Clézio è una scelta mediocre, perché non lo era ma è diventato uno scrittore mediocre. Non si capisce come gli Accademici di Stoccolma possano dare dei provinciali agli americani che in questo momento contano figure di grande rilievo. Oltre a Roth, perennemente candidato e mai premiato, penso ad Alice Munro che vale trecento volte Le Clézio. E poi ci sono anche in Europa figure come figure come quella di Kundera che meriterebbero largamente un Nobel per quello che hanno scritto in passato'. Anche Marcel Reich-Ranicki, uno dei più popolari critici tedeschi, ha stroncato il premio a Le Clézio: 'Non ho mai letto un libro dello scrittore francese. Al suo posto l'Accademia svedese avrebbe fatto meglio a premiare l'americano Philip Roth'. Un'altra autorevole critica tedesca, Sigrid Loefler, si è detta 'sconcertata' per la premiazione di Le Clézio, definita una scelta alquanto bizarra'. I suoi romanzi 'si distinguono per monotonia e noia, il loro autore ha vagabondato da una casa editrice all'altra', ha aggiunto. Positivo è invece il giudizio di Vincenzo Consolo, amico dello scrittore francese dagli anni Novanta: 'E' uno scrittore vero che appartiene alla grande tradizione francese, esprimendo benissimo le istanze di quel mondo'. Mentre Valerio Magrelli, poeta e francesista, raggiunto proprio a Parigi, confessa: 'l'ho appena visto in televisione. trovo che sia una scelta sorprendente anche se Le Clezio è una figura ormai ben definita che ha saputo costruirsi un'immagine, un ruolo, con le sue ricerche esotiche, il suo essere viaggiatore. Se penso alla letteratura francese debbo dire che avrei preferito Bonnefoy o Modiano. Ma ci sono naturalmente tanti scrittori importanti. Gli americani, ovviamnete, ma anche gli israeliani'. [...] Un giudizio freddo esprime anche Giuseppe Montesano, scrittore e studioso di letteratura francese, oltre che traduttore. 'Le Clézio lo considero un autore derivato, non primario, nel senso di un autore che non innova, non inventa. Forse è un ottimo artigiano, un po' manierista, ma la sua letteratura consiste nel rendere più levigate ed eleganti una serie di sperimentazioni avviate molti decenni fa. D'altronde a me sembra che nessuno scrittore francese degli ultimi quarant'anni sia veramnete uno scrittore primario'. [...]" (da Fabio Gambaro, Per Citati è una scelta mediocre, "La Repubblica", 10/10/'08)

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