lunedì 23 giugno 2008

Nadine Gordimer: il dramma di Israele e il dovere dello scrittore


"Un piccolo lembo del pianeta terra, ove due popoli di antica e comune origine, gli israeliani e i palestinesi, lottano per il proprio diritto di esistere - ma non insieme: è qui che sono stata invitata a un Festival Internazionale di Scrittori, non dal governo ma dagli autori israeliani. Al centro di una controversia profondamente confusa, quando i negoziati di pace, fondamento di una soluzione giusta per i due popoli, alternano momenti di stallo e di ripresa, due cose hanno pe rme valore assoluto. Per Israele, il diritto di esistere, negato da Hamas e dai palestinesi della jihad; per la Palestina, la restituzione dei territori occupati. Tutti gli scrittori che ho incontrato - tra cui Amos Oz, noto in tutto il mondo per le sue brillanti qualità di narratore e per l'audacia con cui esprime le sue critiche a voce alta e prospetta soluzioni possibili e giuste per i due stati - si sono espressi contro l'occupazione dei territori, stigmatizzando la durezza dei militari israeliani verso la popolazione palestinese. [...] Sui poeti e narratori israeliani e palestinesi incombe una particolare responsabilità di testimonianza dall'interno. Non certo per l'immediato consumo delle tv e della stampa quotidiana, ma attraverso opere capaci di durare nel tempo, facendo emergere sotto la superficie dell'informazione qualcosa delle contraddizioni della condizione umana, della capacità di resistere, delle speranze di chi la vive in questo tempo e luogo." (da Nadine Gordimer, Il dramma di Israele e il dovere dello scrittore, "La Repubblica", 21/06/'08)

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