venerdì 20 giugno 2008

I romanzi ci salveranno


"Come maneggiare l'Occidente? Quali sono i suoi punti di incontro con l'Oriente? Come venirne a patti? Due grandi scrittori, entrambi premi Nobel per la letteratura, uno nettamente asiatico, l'altro a cavallo fra due culture, affrontano l'argomento e concordano su un punto fondamentale: che la letteratura ha il potere non solo di coltivare l'immaginazione, ma di promuovere e favorire la comprensione fra gli esseri umani, a qualunque latitudine essi appartengano. Il nipponico Kenzaburo Oe, Nobel nel 1994, e il turco Orhan Pamuk, premiato nel 2006, hanno discusso insieme all'Università Doho, nella città di Nagoya, in Giappone. Un seminario letterario aperto al pubblico, organizzato dal quotidiano "Yomiuri Shimbun" e dalla radiotelevisione NHK, tenuto per commemorare il ventesimo anniversario del forum annuale "La creatività nel 21esimo secolo con i laureati del Nobel". Titolo della conferenza: Come trovare un punto di incontro con l'Occidente - Dialogo fra romanzieri dell'Oriente. Pamuk perseguitato dai nazionalisti in patria, Oe che fin dai primi anni Sessanta ha esercitato il suo sguardo sul fanatismo estremista, hanno cominciato parlando di Occidente e Europa, finendo poi per affrontare i loro rispettivi casi. Per entrambi la letteratura può contribuire a salvare l'uomo, o quantomeno a farlo incontrare benché appartenente a universi lontani. Perché, come tutti e due hanno convenuto, 'il mondo ha bisogno di immaginazione'. [...]" (da Marco Ansaldo, I romanzi ci salveranno, "La Repubblica", 20/06/'08)

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