sabato 21 giugno 2008

Filologia e libertà di Luciano Canfora


"Chi avrebbe mai detto che l'austera e un po' passatista - a una prima (superficiale) impressione - disciplina rispondente al nome di filologia possedesse una vis eversiva? A mostrarlo, raccontando una storia poco nota (e meritevole di essere conosciuta) è Luciano Canfora, tra i massimi specialisti della materia e intellettuale di sinistra ('Marxista impenitente') assai presente nel dibattito pubblico italiano. Nel suo nuovo libro - intitolato appunto, pour cause, Filologia e libertà - lo studioso affronta alcuni degli episodi più salienti e dei passaggi fondamentali della storia dei saperi critico-testuali e ne rintraccia il 'pantheon'. Una galleria popolata dalle figure di quegli 'eretici degli eretici' - alcuni celeberrimi (come Erasmo, Spinoza, pierre Bayle9 e altri meno noti (Richard Simon, Johann Jakob Wetstein), sino alla stagione dell'Illuminismo con la sua decostruzione delle strutture mitologiche della religione e, successivamene, all'Ottocento e al modernismo incappato negli anatemi pontifici - che fondano metodologicamnete la storia dei testi (sacri, per lo più), inaugurando, non di rado a caro prezzo (pagato personalmente) la pagina di civiltà della libertà di critica. Libertà filologica ed ermeneneutica, giustappunto, ma anche eminentemente politica. Il nemico (cattolico, ma pure protestante) coincide sempre con il dogmatismo e le sue propaggini oscurantiste , fino a che, nel 1943, il 'bifronte' papa Pio XII con l'enciclica Divino afflante spiritu riconosce, sia pur ancora un po' ambiguamente, la legittimità della critica delle Sacre Scritture, chiudendo così (in modo forzato e rassegnato) un lunghissimo ciclo di repressione della libertà di pensiero voluto dal Concilio di Trento. Una disciplina rivoluzionaria, dunque, lontana anni luce da qualunque enclave di parrucconi, cui dobbiamo, davvero, tanto." (da Massimiliano Panarari, Filologia, scienza di eresia e libertà, "Almanacco dei libri", "La Repubblica", 21/06/'08)
Intervista a Canfora (da LaStampa)

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