lunedì 20 dicembre 2010

The Night Bookmobile


"Questa storia piacerà a chi pensa che esista un posto dove le pagine vanno in paradiso. Vi sembra strano che anche i libri abbiano una vita oltre la vita? The Night Bookmobile, la graphic novel dell'americana Audrey Niffenegger, racconta ciò che ogni lettore sa o dovrebbe sapere. All'alba di una notte d'estate Alexandra si imbatte in un camper dove l'attende il 'libraio' che cambierà la sua vita. Tutto ciò che ha letto è negli scaffali dell'enigmatico Mr. Openshaw, in realtà un angelo occhialuto che custodisce tutti i suoi libri in un empireo profumato di carta e dove il tempo ha depositato saperi ed emozioni. Come dire: ognuno è ciò che legge. E le parole ci seguono. Da quelle amate dei romanzi a quelle guardate svogliatamente sulle scatole dei cereali. Si accumulano, ci aspettano. Al fondo della nostra anima.
Artista ancora prima che scrittrice, legata ai libri da una liaison romantica (i primi suoi titoli li ha stampati e rilegati da sola e oggi ha circa sei mila volumi), con questa favola la Niffenegger ritorna alla grafica dopo due bestseller, di cui uno da quattro milioni di copie. All'editoria elettronica invece si avvicina con cautela.
Ma l'e-book, con la sua memoria di byte, non potrebbe essere una versione contemporanea della sua Bookmobile su ruote? 'E' diverso. Un bus è un luogo fisico, con dentro oggetti, odori, persone. L'e-book invece è solo un grande raccoglitore dove non potrebbe mai sucedere, come accade ad Alexandra, di vedere riuniti i volumi che le hanno riempito la casa e la vita'.
Che ne sarà delle nostre biblioteche ai tempi dell'iPad? 'Ci sorprenderà vedere quanto i libri tradizionali continueranno a essere pubblicati, letti, collezionati e archiviati. I libri elettronici sono utili, ma non credo che rimpiazzeranno mai la carta'.
Quando ha scoperto l'amore per i libri? 'Già da piccola mi piaceva aggiungerci delle mie ilustrazioni. Sono sempre stata una lettrice 'partecipativa': quando ho imparato a scrivere ho cominciato a integrare anche i testi, per ogni personaggio inventavo storie parallele. A sei anni già realizzavo a mano dei volumi'.
Le è mai venuto in mente di cambiare qualcosa - un finale, un carattere - di ciò che è stato scritto da altri? Forse la fine dell'ultimo libro della saga di Harry Potter. Non perché la Rowling non l'abbia azzeccata, ma perché per certi personaggi mi sarei immaginata vite diverse e un finale più sfumato'.
Qual è il romanzo che l'ha fatta crescere di più? La prima volta che ho letto Donne in amore di D. H. Lawrence avevo dodici anni e non ci ho capito molto. Però mi ha aiutato a intravedere il mondo degli adulti. In seguito mi ha fatto comprendere una serie di cose che nell'adolescenza non potevo intuire'.
Non pensa che la lettura possa anche allontanare dalla vita? 'Sì, ma a volte la vita non è proprio così spassosa. E quando diventa una scocciatura ci si può consolare con i buoni libri'.
Ci sono letture che l'hanno cambiata? 'A loro modo tutte. Sui libri impari qualunque cosa. E tra l'altro magari anche a non ripetere gli errori degli altri'.
Che cosa metterebbe nel Bookmobile di un ventenne? 'A un giovane consiglierei di essere ambizioso, di non escludere argomenti che gli sono poco familiari. Se gli piacciono i romanzi, di provare con la storia. Se gli piace la scienza, con la poesia. Più ampia è la scelta, più vaste sono le connessioni e la possibilità di capire il mondo e le persone. Tra gli irrinunciabili metterei Alice nel paese delle meraviglie, Anna Karenina, le favole di Andersen, Infinite Jest, Donna Tart e Catherine Dunne, senza trascurare Rilke, Dante, le poesie di Emily Dickinson e i romanzi di Henry James, fino a Madame Bovary e a graphic novel come Maus di Art Spiegelman.
Nel suo Bookmobile cosa aggiungerebbe che ancora non c'è? 'Sono indietro nella mia tabella di marcia, anche se leggo varie ore al giorno. Per esmepio, non c'è ancora DeLillo e quasi niente di Philip Roth. La Bibbia c'è ma in modesta quantità. E poi non conosco gli autori non tradotti in inglese'.
Nell'archivio di Mr. Openshaw, Alexandra trova anche parole catturate da opuscoli, etichette, lettere, giornali. Le sue preferite? 'In questi giorni, accanto al computer ho piazzato un foglio di carta con sopra la parola Splendid. Mi piace, ha un suono incantevole e in più è incoraggiante, è positiva'.
Quali vorrebbe cancellare? Non trova che alcune oggi siano abusate? 'Sono le parole dei politici, quelle che soffrono di più. Del resto la gente lo ha capito: non significano niente. Ti dicono: 'Siamo sulla stessa barca ...', e tu sai che il significato in realtà è: 'Pensiamo che siate tutti un branco di idioti'.'" (da Enrica Caretta, Anche i libri prendono il bus, "Marie Clair", 1, gennaio 2011)

The Night Bookmobile (GuardianBooks)

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