venerdì 29 gennaio 2010

Quel libro che si è fatto da sé


"La storia di J. D. Salinger è in fondo la storia di una sparizione perfetta. Un libro, al massimo due, un'opera irripetibile e generaizonale come Il giovane Holden (The catcher in the Rye). E poi leggende, incontri segreti, rincorse, misteri. La vita nascosta dell'uomo di Manhattan, Jerome David Salinger, che aveva esordito sul New Yorker con un 'racconto perfetto', Bananafish. Quindi viene la vicenda davevro epocale del giovane Holden Caulfield, il Bildungsroman di un newyorkese inquieto, giovane per definizione epe rontologia, di cui oggi resta soltanto l'aura da anni Cinquanta, il profumo di un'epoca. La storia breve e intensa, seppure senza inizio e senza fine, di un diciassettenne che vagabonda in un'America che deve ancora modernizzarsi ma sta cercando di farlo, a fatica. Ed è per questo che il giovane Holden trasmette una sensazione di provvisorio, se non di inutile. Gli è morto di leucemia un fratello, ha una sorella più piccola, è decisamente un outsider del circuito scolastico, che frequenta con risultati più o meno catastrofici. [...] La trama si svolge sullo sfondo di una New York grigia, Holden frequenta locali discutibili, amiche un po' affrante. Il romanzo apparirebbe coem una storia solo di parole, se non ci fosse il profilo della città a fare da protagonista, e soprattutto il modo in cui i ragazzi della metropoli giocano la loro vita. Nel tempo, regalare il romanzo di Salinger è diventato un gesto riconoscibile, che rappresentava, e ancora rappresenta, un modo per dimostrarsi eccentrici, fuori dai conformismi. Ma si può ancora cercare in Salinger una verità sulle generazioni e sull'America? Oppure il romanzo è diventato un oggetto di archeologia, che racconta storie e Americhe che non ci sono più? Non è facile dirlo con sicurezza, anche se a rileggere oggi Il giovane Holden sembra di avvertire qualcosa di invecchiato. Il che, forse, è anche la ragione del suo fascino perdurante. Volendo, si legge il romanzo di Salinger come un autentico classico, una storia senza nessuna sbavatura, in cui ogni parola è essenziale, ogni battuta è perfetta, ogni piccola storia interna è di precisione memorabile. Si legge ancora, The Catcher in the Rye? Oppure si contempla, e si adora, come un oggetto a cui rivolgere il tributo dell'età adulta verso l'età dell'adolescenza? L'unica certezza, dopo la scomparsa di Salinger, è che il mondo di Salinger non scompare: rimane qui, in un libro, in un piccolo mondo." (da Edmondo Berselli, Quel libro che si è fatto da sé, "La Repubblica", 29/01/'10)

Addio Salinger, il suo «Giovane Holden»
è un simbolo e un'icona da generazioni
(Corriere della Sera)

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