lunedì 11 maggio 2009

Melania Mazzucco: "Dickens mi prese per mano"

XXII Fiera internazionale del Libro di Torino


"Era un grosso libro con la copertina blu, uno Struzzo Einaudi con le pagine giallognole e la costola rovinata perché, essendo collocato nello scaffale accanto al telefono, le adolescenti di casa lo avevano mutilato mentre chiacchieravano coi loro amici. Ma né il titolo né l’autore costituivano la ragione del suo fascino. Era invece una scritta sbiadita nella prima pagina. Si trattava di una dedica a una bambina, dal suo papà. Quella bambina era mia madre. Io avevo dieci anni. Ero io la bambina, non lei. Ma quel libro (stampato a Torino nel 1945, una data per me lontana nel tempo come appartenesse a un altro secolo) mi diceva invece che anche mia madre era stata una bambina, e che anche io un giorno non lo sarei stata più. Che il tempo si muoveva, come il cielo, e che gli altri non erano solo ciò che sembravano a me. Cominciai a leggere quel libro - David Copperfield di Charles Dickens - per insinuarmi nel tempo e nella vita degli altri. Non ho mai smesso." (da Mirella Appiotti, Melania Mazzucco: "Dickens mi prese per mano", "TuttoLibri", "La Stampa", 09/05/'09)

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