ArteLibro Festival del libro d'arte 2008
"La grande Biblioteca di Alessandria fu una raccolta unica nel mondo antico: il sogno di conservare in un solo luogo tutto il sapere del mondo conosciuto, un luogo dell'anima divenuto leggendario. Come nacque e come finì la Grande Biblioteca? Fu davvero bruciata? Che cosa sopravvive della sua inestimabile collezione? Venerdì 26 settembre (ore 21, Palazzo Re Enzo, Sala Stabat Mater) l'archeologo e scrittore Valerio Massimo Manfredi risponderà a queste affascinanti domande. E sarà sempre Manfredi a narrare la strordinaria storia del Codice Vaticano Latino 3225, preziosissimo testo membranaceo in forma di libro che conserva in parte l'Eneide di Virgilio, illustrata in splendide scene. Qual era la destinazione di un simile testo? Come fu realizzato? Quale fu la sua avventura di sopravvivenza? Appuntamento domenica 28 settembre, ore 18, Sala Borsa, Auditorium Enzo Biagi".
"La grande biblioteca di Alessandria è forse il più straordinario mito culturale dell'antichità e rappresenta il sogno di riunire in un unico luogo tutto il sapere umano. Era strettamente connessa al Museo, primo centro di ricerca pura dell'Occidente e vi lavoravano ingegni di livello eccelso: il poeta Callimaco, l'astronomo Aristarco di Samo che concepì un modello eliocentrico del sistema solare, Apollonio Rodio che scrisse le Argonautiche, il matematico e geografo Eratostene che misurò la circonferenza della terra con uno scarto di pochi chilometri, Zenodoto di Efeso che curò la prima edizione critica dei poemi omerici e, forse Archimede di Siracusa, uno dei più grandi scienziati di tutti i tempi. La biblioteca fu iniziata sotto il regno di Tolomeo I, fondatore della dinastia e amico personale di Alessandro Magno. Fu probabilmente lui a dare inizio ai lavori e a conferire a Demetrio Falereo l'incarico di organizzarla e ordinarla. Demetrio era amico del botanico Teofrasto, allievo di Aristotele, alla cui biblioteca sembra fosse ispirato il progetto Alessandrino. La grandiosa raccolta fu completata sotto il regno di Tolomeo II Filadelfo quando raggiunse il numero di mezzo milione di rotoli ma è probabile che il numero delle opere contenute fosse di gran lunga maggiore, forse addirittura il doppio. Un contributo importante fu portato dal cosiddetto 'fondo delle navi' per cui ogni nave straniera che entrava in porto doveva consegnare i libri che aveva a bordo perché fossero copiati. Anche la Bibbia venen tradotta in greco per la biblioteca nella celebre 'versione dei Settanta'. La scomparsa di un simile inestimabile patrimonio è avvolta nel mistero. Mentre è assai poco probabile ch sia stata distrutta al tempo del bellum Alexandrinum di Giulio Cesare, è molto più verosimile che i danni più gravi siano stati inferti durante l'assedio di Aureliano a Zenobia nel 270 d. C. Nel V secolo probabilmente non ne rimaneva più nulla." (da Valerio Massimo Manfredi, Leggende in biblioteca, "Il Sole 24 Ore Domenica", 21/09/'08; dall'intervento di Manfredi ad ArteLibro 2008)
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