Un piccolo angolo d'inferno (Rizzoli, 2008)
"Chi sono io? E perché scrivo della Seconda guerra cecena? Sono una giornalista, un'inviata speciale del quotidiano moscovita Novaja Gazeta, e questa è l'unica ragione per cui ho visto la guerra in Cecenia: sono stata mandata sul campo. E non perché fossi una corrispondente di guerra o conoscessi bene questo conflitto, ma al contrario, perché ero solo un a'civile'. L'idea del direttore della Novaja Gazeta era semplice: il mero fatto che io fossi una civile mi avrebbe permesso di comprendere l'esperienza della guerra più a fondo di chi, vivendo nelle città e nei villaggi ceceni, la subiva giorno dopo giorno. Tutto qui. E così sono tornata in Cecenia ogni mese, a partire dal luglio 1999, quando l'offensiva di Basaev nel Daghestan ha spinto fiumi di profughi via dai loro villaggi montani, scatenando il conflitto. Ho viaggiato in lungo e in largo per tutto il Paese e visto tanta sofferenza; la cosa peggiore è che molte delle persone di cui ho scritto negli ultimi due anni e mezzo oggi sono morte. E' una guerra terribile; medievale, letteralmente, anche se la si combatte mentre il Ventesimo secolo scivola nel Ventunesimo, per giunta in Europa. In molti mi telefonano in redazione o mi inviano lettere, ripetendo sempre la stessa domanda: "Perché stai scrivendo di questo? Perché vuoi spaventarci? Perché dobbiamo sapere?". Sono certa che il mio compito sia necessario per una semplice ragione: in quanto contemporanei di questa guerra, ne saremo considerati responsabili. La classica scusa sovietica: 'Non eravamo lì e non abbiamo preso parte al conflitto personalmente', stavolta non funzionerà. Quindi voglio che conosciate la verità. A quel punto potrete sempre optare per il cinismo e per il razzismo in cui si sta impaludando la nostra società, oppure prendere posizione su chi abbia ragione e chi torto nel Caucaso, chiedendo se al momento ci siano veri eroi laggiù." (da Anna Politkovskaja, Voglio che conosciate la verità: per questo vi scrivo della Cecenia, "La Repubblica", 21/09/'08; traduzione di Isabella Aguilar, 2008 Rcs Libri Spa, Milano)
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