Biblioteca civica "MINO MILANI" bibliogarlasco@yahoo.it tel. 0382/801009 "Le paradis, à n'en pas douter, n'est qu'une immense bibliothèque" (Gaston Bachelard) SELEZIONE DI ARTICOLI SULL'UNIVERSO-LIBRO
martedì 18 agosto 2009
Viaggio di nozze a Teheran di Azadeh Moaveni
"Quando, alla vigilia dell'elezione di Ahmadinejad, nella primavera del 2005, Azadeh Moaveni, giornalista e cittadina americana cresciuta in Iran, torna nella sua terra d'origine come inviata del Time, quell'incarico si trasforma subito in un'occasione per guardare con i propri occhi la complessa realtà di un luogo al quale è sempre rimasta legata da una profonda nostalgia. Trova un Paese percorso da vistose contraddizioni, carico di tradizioni e insieme proiettato verso il progresso, dove convivono culture e religioni diverse, fondamentalismo e innovazione. Nella riscoperta dell'Iran che via via svela il suo volto poliedrico, contaminato tra modernismo e reazione, la accompagna una giovane collega e amica, Nasrine. [...] Viaggio di nozze a Teheran, dal 7 agosto in libreria per Newton&Compton è un libro di grande attualità, interessante come un reportage e intrigante come sanno essere certe vicende d'amore vissute in contesti resi complicati dalla storia. Le donne iraniane e le loro battaglie per conquistare i diritti civili, gli studenti e le loro aspirazioni di libertà, la repressione, la realtà dei Baij, la milizia di prima linea nata durante la guerra contro l'Iraq, la cui oscura autorità, racconta Azadeh Moaveni, trae origine dal miscuglio governtaivo di legge islamica e legge secolare, un amalgama indefinibile che produceva in definitiva, solo una mancanza totale di legge ... Viaggio di nozze a Teheran è un romanzo, ma anche una rigorosa indagine sociale e politica, preziosa per comprendere l'Iran di oggi e la forza e l'energia con cui i giovani stanno lottando per la democrazia. Azadeh Moaveni, lei ha lavorato da giornalista in Iran, quanto di autobiografico c'è nel suo romanzo? 'Viaggio di nozze a Teheran è in parte un reportage e in parte il mio diario personale. Nel 2005 ero andata in Iran nella mia doppia veste di cittadina iraniana e di corrispondente inviata del Time magazine, per raccontare ciò che sta avvenendo nel mio Paese. Ho tentato di usare al meglio questo duplice ruolo per raccontare un pezzo della mia storia personale, calata nella politica e nella cultura di un Paese che l'Occidente giudica ancora con molta confusione'. [...] Sia l'Iran sia l'Islam sono parti della sua identità. Qual è il suo giudizio su quel che sta accadendo nel suo Paese? 'L'Iran sta vivendo un profondo mutamento, tra i più radicali e significativi della sua storia. Dopo trent'anni di repressione e di rassegnazione, per la prima volta il popolo iraniano ha fatto sentire la sua voce facendosi forza dell'enorme potere della protesta popolare. E questa volta, lo strappo con il regime è stato netto come mai era avvenuto in passato e il mondo si è finalmente reso conto che gli iraniani non sono una nazione di robot o di ciechi che supportano acriticamente Ahmadinejad. Gli stessi iraniani avvertono che l'opinione generale è cambiata, e anche questo costituisce per loro un grosso incentivo. Alle donne iraniane viene riconosciuto coraggio e valore; hanno dimostrato che sono capaci di lottare e gli occhi del mondo daranno loro, nei giorni a venire, sempre più forza'. Il Governo perseguita i giovani, i giornalisti, le donne. Qual è la situazione politica in Iran in queste ore? Lei riesce a immaginare un futuro migliore? 'Al momento in Iran la politica del Governo è completamente paralizzata dalle lotte interne, ma sono certa che, sul medio e lungo termine, le cose finiranno per andare meglio. Io sono ottimista. Adesso è in corso un'aspra lotta tra le due anime dell'Iran, quella fondamentalista e quella democratica, una lotta che va in scena, contemporaneamente, sia nelle strade che nelle stanze del Governo. Ma io ho fiducia che prevarrà il punto di vista popolare. L'Iran ha alle spalle una fortissima tradizione di battaglie per la democrazia. Per ottenerla, in passato, abbiamo deposto molti re e lo potremmo fare ancora, anche se adesso i re indossano turbanti e non corone. I giovani combattono contro la violenta repressione del regime. Pensa che, a breve, la situazione possa cambiare? 'Nell'immediato futuro, no. I giovani iraniani dovranno affrontare ancora molte difficoltà. Il governo iraniano ha dimostrato di non avere risposte per i loro problemi e, con quello che sta accadendo, i giovani saranno costretti ad assumersi direttamente la responsabilità del loro futuro. Ma può anche darsi che qualcosa possa cambiare perfino nel breve termine. Potrebbe venir fuori una nuova dirigenza, un leader riformista capace di veicolare l'energia della protesta in un movimento organizzato capace di cambiare il Paese. Lei ha scritto Iran Awakening, insieme all'avvocato Shirin Ebadi, premio Nobel per la pace, lo racconta in Matrimonio a Teheran. L'avvocato Ebadi è ancora un simbolo importante per le donne del suo paese? 'Anche se Shirin Ebadi è praticamente scomparsa dalla vita pubblica dell'Iran, soprattutto a causa delle intimidazioni che ha dovuto subire, lei rimane un punto di riferimento molto forte che ben rappresenta il coraggio delle donne iraniane nel rivendicare i propri diritti dinnanzi alla legge. E pur essendo stata completamente emarginata, il simbolismo intellettuale che deriva dalla sua passata attività e il premio Nobel che ha ricevuto, sono tuttora molto vivi nell'immaginario delle donne iraniane'." (da Silvana Mazzocchi, Iran. Donne e potere religioso: lo scontro tra due anime, "La Repubblica", 17/08/'09)
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