Biblioteca civica "MINO MILANI" bibliogarlasco@yahoo.it tel. 0382/801009 "Le paradis, à n'en pas douter, n'est qu'une immense bibliothèque" (Gaston Bachelard) SELEZIONE DI ARTICOLI SULL'UNIVERSO-LIBRO
domenica 23 agosto 2009
Libri proibiti
"Testi che nessuno avrebbe dovuto leggere, bollati come demoniaci, purgati perché intrisi di eros o di una visione politica sgradita alla Chiesa o al regime di turno. Con questi libri del 'diavolo' la prestigiosa libreria Quaritch di Londra e la Fondazione Feltrinelli apriranno domani una piccola biblioteca di censura: quaranta opere, dal 1500 ai giorni nostri, che saranno esposte fino al 6 settembre all'interno dell'annuale rassegna di antiquariato di Cortona, in Toscana. La mostra ripercorre espisodi di censura illustre, quella ecclesiastica o governativa della prima età moderna. Suggerisce il nesso tra produzione erotica e sedizione politica, traccia lo sforzo di emancipazione della scienza e del pensiero del dogma. Tra le proposte - tutte prime edizioni - ci sono Machiavelli, Voltaire, un 'empio' Corano inglese del Seicento, il Satyricon dell'eretico Barnaud, che elencò l'esatto numero di prostitute, eunuchi e figli illegittimi al seguito degli ecclesiastici francesi del Cinquecento e venne perseguito proprio per l'esattezza delle informazioni. 'Scorrendo l'elenco dei libri proibiti' spiega la curatrice della mostra Barbara Scalvini della Quaritch, 'si nota subito che una sorta di ironico contrappasso gli ha assicurato l'immortalità: l'essere messi all'Indice è stata una fantastica pubblicità'. Riletto oggi, infatti, l'Index librorum prohibitorum promulgato da Paolo IV nel 1559 sembra quasi una raccolta di bestseller. Ma, mentre nel 1966 la Chiesa cattolica ha ufficialmente abrogato l'Indice, la censura è ancora viva e vegeta, coem dimostra il più recente manoscritto, tradotto per la prima volta in italiano, esposto a Cortonantiquaria: il manifesto di Tian'anmen del 1989, un insieme di messaggi che invitavano i cinesi a unirsi alle dimostrazioni di piazza e che il governo di Pechino aveva destinato al rogo." (da Alberto Fiorillo, Consultando l'Indice si scopre che la miglior pubblicità è la censura, "Il Venerdì di Repubblica", 14/08/'09)
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