lunedì 2 febbraio 2009

Virginia Cox, "Women's Writing in Italy 1400-1650"


"Ma le donne hanno avuto un Rinascimento? Con questa provocatoria domanda si intitolava un saggio di Joan Kelly, publicato negli anni Settanta. L'idea era di vedere dal punto di vista femminile le periodizzazioni più diffuse, e di mettere in discussione categorie quali 'l'uomo del Rinascimento', che nascondevano dietro un termine universale la diversità dei soggetti. Era un importante contributo all'esigenza diffusa di studiare il passato per ridar voce a chi era stato emarginato, per rendere di nuovo visibili soggetti, storie, vicende che erano stati cancellati. Alla domanda che si era posta, Joan Kelly aveva risposto polemicamente di no. Più che la sua risposta ha contato la provocazione metodologica: da qui ha preso le mosse una serie imponente di studi che si sono affermati soprattutto nel mondo anglosassonema che hanno coinvolto anche altri Paesi fra cui, pur tra prevedibili resistenze, l'Italia (segnaliamo da ultimo il bel saggio di Daniela Marceschi, Chiara Matraini poetessa lucchese, Pacini Fazzi, Lucca). Con questa ormai ricca tradizione si confronta il libro che Virginia Cox ha dedicato alla letteratura femminile italiana dal 1400 al 1650. Lo fa con limpidezza di scrittura e con la forza e l'autorevolezza che le vengono dal lavoro rigoroso e sistematico che sta alle spalle del libro: vent'anni di ricerca, i cui frutti si mostrano anche nella ricchissima biblografia e nella generosità di indicazioni per nuove ricerche che ne derivano. Va detto subito che questo costituisce la forza del libro: siamo ben al di là del tradizionale canone di donne scrittrici che troviamo nella saggistica degli ultimi anni, siamo di fronte a una mappa molto arricchita e differenziata, e - cosa davvero rara - a un vero capitolo di storia della letteratura. Una storia che adotta un'ottica separata (appunto al femminile) ma non separatista (la vicenda delle donne è puntualmente inserita entro quella della letteratura ufficiale) e che lo fa con la giustificazione, pratica ed empirica, che molto resta ancora da fare proprio nel recupero di territori dimenticati e trascurati. Qui sta il cuore della proposta critica di Virginia Cox e del modo in cui si confronta, spesso polemicamente, con le diverse tradizioni di studi che l'hanno preceduta. Le quali a loro volta riflettono, in un certo senso, la biografia dell'autrice, che si è formata in Inghilterra (in un contesto in cui molto forte è la presenza della tradizione italiana) e insegna ora negli Stati Uniti, alla New York University. [...]" (da Lina Bolzoni, Rinascimento femminile, "Il Sole 24 Ore Dom enica", 25/01/'09)

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