lunedì 9 febbraio 2009

Le biblioteche che verranno


"Chissà se la crisi americana permetterà di portare avanti il progetto del rinnovamento della New York Public Library, la storica biblioteca che dal 1911 domina tra la 40esima e la 42esima strada. Il progetto, che porterà la firma di Norman Foster, comporterà un investimneto di 250 milioni di dollari. Il "New York Times", in un articolo dello scorso dicembre, ne parlava in termini entusiastici. La nuova biblioteca dovrebbe essere completata nel 2013: ma non è tutto. L'allargamento e il rifacimento della storica sede è infatti parte di un disegno più ampio (della portata fantasmagorica di 1,2 miliardi di dollari ...) di rilancio di tutto il sistema bibliotecario della Grande Mela, con la creazione, tra l'altro di due nuove biblioteche: a Staten Island e nell'Upper Manhattan. Di questi soldi per l'operazione, 500 milioni dovrebbero essere raccolti da privati, con una campagna pubblica. La crisi, probabilmente, rimetterà in discussione i tempi. Ciò che non è in discussione è che New York avesse deciso un investimento così ingente nelle biblioteche. E dire che oggi molti sarebbero pronti a scommettere sull'inutilità di queste istituzioni, dal momento che il sapere è disponibile on line ... oppure, come accade da noi, sarebbero pronti a farle morire per mancanza di fondi. Le Biblioteche Nazionali Centrali di Firenze (cui lo Stato, coem da capitolo di bilancio, darà un contributo di zero euro - ZERO - per il 2009!) e di Roma, da qualche settimana, hanno sospeso la distribuzione dei libri nelle ore pomeridiane, per non parlare di altri disservizi negli Archivi di Stato. Causa: la riduzione di personale e l'impossibilità di nuove assunzioni. Eppure in un saggio esemplare pubblicato sull'ultimo numero della "Rivista dei libri", lo storico Robert Darnton ha spiegato cosa si prepara, in futuro, per la custodia dell'informazione. E con pacatezza fornisce una serie di considerazioni: lunga vita alla biblioteca, spiega Darnton, ma anche lunga vita a Google, il motore di ricerca che ha rivoluzionato il nostro stesso modo di 'percepire' il sapere. Rispetto a tutti questi temi, così enormi, non posso fare a meno di sorridere con simpatia al libro di un giovane bibliotecario 'di frontiera', Marco Bellonotto. Non suoni offensiva, la categoria della simpatia, anzi: Il lettore occasionale (Guida, Napoli) è una riflessione disincantata e molto auto-ironica su cosa voglia dire fare e soprattutto come si faccia oggi il bibliotecario. Che parte sfatando i triti luoghi comuni sui libri e continua demolendo il 'bibliotecariese' senza pietà. Dando ai libri e alla vita che ci gira intorno il giusto risalto, valutando con garbo sottile. Più di tutto colpisce la signora che entra in questa piccola biblioteca ligure - sprovvista di titoli essenziali, con le presentazioni con zero persone e tutto il resto ... - e chiede un libro. Legge, dice Bellonotto, per sfuggire alle sofferenze della vita. E sì: la lettura è anche un rifugio. Proprio come le biblioteche. Grandi o piccole che siano non importa: purché abbiano un'anima." (da Stefano Salis, Le biblioteche che verranno, "Il Sole 24 Ore Domenica", 08/02/'09)

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