martedì 17 febbraio 2009

Leo Lionni, immagine dell'allegria


"Leo Lionni inventò Piccolo blu e piccolo giallo nel lontano 1959 per i suoi nipoti Pippo e Annie. In quegli anni studiavo negli Stati Uniti e ricordo che un giorno, entrando in una libreria, vidi questo strano libriccino sugli scaffali dei libri per bambini. In Italia eravamo abituati a libri per l'infanzia molto tradizionali e l'idea di vedere una storia raccontata con macchie di colore mi aveva molto attratto. Lo comperai senza immaginare quanto sarebbe stato importante nella mia futura professione di editore. Passò qualche anno e quando decisi di mettermi a fare l'editore per bambini mi ricordai di quel libro. Leo Lionni in quegli anni trascorreva le estati sulle colline di Lavagna in una bella casa piena di colori a San Bernardo. Gli telefonai e chiesi di incontrarlo. [...] L'incontro con Leo fu molto bello: era entusiasta della mia iniziativa, mi fece vedere tutti i suoi libri e da quel lontano giorno d'estate del 1966 iniziò la mia lunga collaborazione e amicizia con lui. Leo era un uomo allegro, pieno di curiosità e di interessi e ben disposto a lasciarmi pubblicare i suoi libri in Italia. Il primo che pubblicai fu proprio Piccolo blu e piccolo giallo. Naturalmente in Italia all'inizio il libro ebbe vita difficile. I genitori italiani erano perplessi di fronte a un modo di raccontare così inusuale. Potrei quasi dire che il successo del libro è stato decretato dai bambini più che dai 'grandi'. Se oggi, a distanza di tanti anni Piccolo blu e piccolo giallo continua ad ottenere importanti riconoscimenti, probabilmente è perché esprime valori forti, ancora validi per le nuove generazioni e perché, cometutti sappiamo, i buoni librinon hanno tempo. Per tanti e tanti anni Leo è stato per me un amico importante. Il suo perenne stupore dinanzi alla vita, la sua grande sensibilità poetica lo rendevano capace di trarre spunto dalle piccole cose per creare meravigliosi disegni e meravigliose storie. Aveva la straordinaria capacità di saper entrare nella mente del bambino, e di esprimere con la sua immaginazione sensazioni e sentimenti universali. Leo diventò poi uno scrittore, un pittore, uno scultore e in tutte le sue opere si è sempre rivelato allo stesso tempo un maestro dell'irrazionale e del razionale, dell'irreale e del reale, dello scherzo e di una struggente consapevolezza." (da Rosellina Archinto, Lionni, immagine dell'allegria, "TuttoLibri", "La Stampa" 14/02/'09)

"Leo Lionni Immaginario esemplare": a dieci anni dalla morte si inaugura oggi a Parma (h. 17, Galleria San Ludovico) una sua mostra, curata da Marco Ferreri e ideata dal festival Minimondi, in collaborazione con l’editore Babalibri e la famiglia Lionni. Dal catalogo pubblichiamo un brano del ricordo di Rosellina Archinto, l’editrice che l’ha fatto conoscere ai bambini italiani.

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